Paolo Bettini corona il sogno di una vita: domenica a Salisburgo il 'Grillo' si laurea campione del mondo. L'Italia torna in cima al podio piu' importante dopo l'impresa di Mario Cipollini, che nel 2002 a Zolder vinse il 16.o alloro iridato dal 1927 a oggi. Il numero 17 questa volta porta bene, e il tricolore torna a sventolare in cima al mondo del ciclismo nello stesso anno del trionfo ai Mondiali di calcio: esattamente come nel 1982, 24 anni fa, quando l'Italia campione in Spagna fu il preludio alla vittoria iridata di Beppe Saronni a Goodwood.
Il merito del trionfo del 2006 va a tutta la squadra azzurra, ma soprattutto a lui, Paolo Bettini, 32enne di Cecina. Campione olimpico e italiano in carica, Bettini riesce nel personalissimo 'grande slam', vincendo anche il titolo mondiale inseguito da anni, e sempre sfuggitogli finora.
Bettini ha vinto in una volata ristretta, precedendo dopo i 265,8 km complessivi di gara un altro campionissimo, il tedesco Erik Zabel, medaglia d'argento. Terzo lo spagnolo Alejandro Valverde, avversario numero uno del 'Grillo' fin dalla vigilia.
La corsa vede subito scappare via un manipolo di 12 corridori, che poco prima del km 40 cominciano a condurre la corsa. Tra i fuggitivi ci sono anche gli italiani Tosatto e Nocentini, che in breve guadagnano un vantaggio di oltre 15’ sul gruppone. Al km 146 davanti restano in undici, compresi i due azzurri, con il resto del plotone che inizia a ricucire lo strappo in vista dell’arrivo. A poco piu’ di 100 km dal traguardo il gruppo dei leader e’ a quattro minuti, che diventano due al termine dell’ottavo giro. L’Italia prende con autorita’ il controllo della corsa e comincia a tirare in testa al plotone, con i fuggitivi a un minuto di distanza. Ripresi i corridori scattati a inizio corsa, subito un’altro strappo. Questa volta davanti ci vanno in 25, compresi ben quattro azzurri: Di Luca e Pozzato si uniscono a Tosatto e Nocentini. Con loro anche lo spagnolo Sastre, il belga Schreck, il kazako Kashechkin, l’australiano O’Grady e il campione mondiale a cronometro, lo svizzero Cancellara. Il resto del gruppo resta attardato di quasi un minuto: Paolo Bettini c’e’, la “gamba” sembra quella giusta.
E’ la situazione ideale per l’Italia, soprattutto per Danilo Di Luca. Il “Killer” fiuta l’occasione e si lancia all’attacco: per gli azzurri e’ tempo di ragionare, ma prima della fine del 10.o giro perdono Tosatto e Nocentini, affaticati dopo la lunga fuga. In testa alla corsa manca la necessaria collaborazione, nemmeno gli azzurri sembrano crederci, e il plotone, tirato dalla Svizzera, torna compatto a 40 km dal traguardo. Sul secondo pendio del tracciato scatta Bettini, affiancato dal tedesco Wegmann: i due fanno il vuoto, ma scappare via cosi’ lontano dal traguardo e’ impossibile. Sulla discesa successiva ci prova anche Rebellin, con lo svizzero Loosli e il francese Chavanel: stesso risultato.
Tutto si decide all’ultimo giro. Con il gruppo compatto, il gioco di squadra si fa decisivo. A 15 km dal traguardo i favoriti della vigilia sono tutti davanti, compresi Bettini, Valverde, Vinokourov e Schumacher. Sull’ultimo strappo della gara Bettini prova a fare il vuoto e prende 100 metri di vantaggio sui primi inseguitori. Il “Grillo” viene ripreso poco dopo, allora ci prova Rebellin a 5 km da Mirabellplatz. Ancora nulla di fatto, il gruppo c’e’ e si appresta a un arrivo allo sprint. Bettini si mette alla ruota di Boonen, poi il toscano si stacca con Valverde e Zabel. Il 'Grillo' e' piu' veloce, supera il tedesco sfiorandogli la ruota, e vince il titolo mondiale a braccia alzate davanti ai due rivali.