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Carosello compie 50 anni

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    00 03/02/2007 20:51
    Un fenomeno pubblicitario unico al mondo, un contenitore che, mutuando spunti da altre forme di spettacolo, proponeva storielle, gags, macchiette con il classico messaggio pubblicitario aggiunto come "codino". Cinquant'anni fa nasceva Carosello: era il 3 febbraio 1957. Andò in onda alle 20.50 sull'unico canale della Rai. Chiuse i battenti vent'anni dopo, il 1 gennaio 1977, segnando un'epoca nei costumi e nelle abitudini sociali degli italiani.

    "I bambini vanno a letto dopo Carosello", è una frase che ha contraddistinto una stagione della nostra vita. Quando ha cessato le trasmissioni, Carosello era al top degli ascolti, con 19 milioni di telespettatori, 9 milioni dei quali bambini. Dopo un inizio un po' difficile divenne il programma più seguito dalla tv di Stato. Ed era l'unica trasmissione interamente ideata, scritta e diretta da privati. La prima puntata di Carosello andò in onda subito dopo il telegiornale e da quel momento per 20 anni il programma divenne l'appuntamento immancabile per intere generazioni di italiani.

    Un successo durato fino al 1977, anno della riforma radiotelevisiva e dell'avvento delle televisioni commerciali. Complessivamente verranno trasmesse 42.000 scenette, una diversa dall'altra secondo la formula voluta dalla Sacis che imponeva short di 2 minuti e 15 secondi, dei quali solo gli ultimi 35 riservati alla pubblicità.

    Il set vedrà passare i più grandi nomi dello spettacolo, del cinema e del teatro, diretti da importanti registi che, come Federico Fellini, sceglieranno di rimanere anonimi. Tutti i più grandi attori, registi e cantanti fanno "caroselli", da Eduardo de Filippo a Mina, da Vittorio Gassman a Dario Fo, da Sergio Leone a Totò, da Luciano Emmer (inventore di Carosello) a Francesco Guccini.

    E poi ancora attori come Macario, Peppino de Filippo, Nino Manfredi, Nino Taranto, Raimondo Vianello, Carlo Giuffrè, Renato Rascel, Paolo Panelli; e registi e sceneggiatori come Age e Scarpelli, Gillo Pontecorvo, Lina Wertmuller, Dino Risi, Ermanno Olmi, Pupi Avati, i fratelli Taviani, Ugo Gregoretti. Nello stesso tempo Carosello è stato una palestra anche per nuovi registi e attori e un'ottima vetrina per esibire le creazioni e sperimentazioni di disegnatori di cartoni animati che, grazie alla popolarità della trasmissione, avevano un'immediata, enorme diffusione.

    Accanto a loro quella straordinaria galleria di eroi animati, che è rimasta nella memoria collettiva: da Calimero dello Studio Pagot a Cimabue della Gamma Film, dalla Linea di Cavandoli a Unca Dunca di Bozzetto, senza dimenticare l'Omino coi baffi, Topo Gigio, Lancillotto e i cavalieri della tavola rotonda, Carmencita e il Caballero misterioso. Uno spettacolo che per originalità, varietà, creatività e tecnica ha fatto storia ed il cui ricordo continua a vivere nei mille slogan entrati nel linguaggio comune.
    Immagini tratte dal sito Pagine 70

    Carosello, primo spazio televisivo dedicato alla pubblicità, doveva rispondere a regole molto precise perché concepito come un teatrino in cui i vari brani erano "solo" presentati da un prodotto commerciale. Regole essenziali erano perciò:
    1) ogni filmato dura (a seconda del periodo) da 1 minuto e 45 secondi a 2 minuti e 15 secondi
    2) di questo tempo solo 35 secondi possono essere dedicati alla pubblicità vera e propria (codino pubblicitario)
    3) il resto del tempo è dedicato a una scenetta, un filmato, un cartone animato o altro che deve essere assolutamente slegato dal prodotto che viene pubblicizzato (la pubblicità deve essere presente perciò solo nel codino)
    4) assolutamente vietati i riferimenti a: sesso, adulterio, lusso eccessivo, oggetti superflui e odio di classe. Non deve creare troppi desideri e non deve fare uso di parole "indecenti" come sudore, mutande, reggiseno ecc.
    Bisogna insomma dare una giustificazione artistica a una forma di comunicazione commerciale, e il risultato è piuttosto positivo. Molti pubblicitari moderni parlano ancor oggi di una "sindrome di Carosello": sarebbe una malattia italiana che consiste nel non riuscire a staccarsi definitivamente dal suo modello pubblicitario. Ma è anche vero che numerosi slogan e personaggi inventati in quello spazio televisivo sono diventati dei veri e propri "modi di dire" e restano ancora oggi nella memoria collettiva degli italiani (con più di trent'anni).



    MICHELA
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    00 03/02/2007 21:59
    La storia di Carosello

    Carosello nasce il 3 febbraio 1957 alle 20.50, con un mese e due giorni di ritardo sulla data stabilita per la messa in onda.
    Gli esordi sono difficili: ogni scenetta doveva essere approvata da una speciale commissione della Sacis, dovevano tutte essere in bianco e nero e in 35 millimetri.
    I limiti pubblicitari impongono che su due minuti e quindici secondi di ogni Carosello, la reclame del prodotto duri al massimo trentacinque secondi: il famoso "codino", che differenziava Carosello da tutta la pubblicità mondiale e faceva impazzire i pubblicitari che cercavano di fondere armoniosamente scenetta e richiamo pubblicitario rispettando i vincoli di una censura che vietava di usare una certa terminologia.

    Plasmon 1962: disegno che diede vita al famoso martellatore della PlasmonQuando i primi quattro episodi di Carosello vanno in onda, gli abbonati alla televisione sono 3.666.161.
    Il titolo del programma, probabilmente scelto da Marcello Severati, rievocava un celebre film musicale da poco uscito, Carosello napoletano.
    La sigla fu ideata da Luciano Emmer mentre il teatrino, probabilmente disegnato su un bozzetto di Gianni Polidori, è costruito sul modello di quelli napoletani; i quadri dei siparietti sono di Nietta Vespignani mentre Flora Festa stira le tendine.
    La musica di Raffaele Gervasio riadatta una vecchia melodia popolare napoletana di autore sconosciuto, I pagliacci, a cui si aggiungono un rullo di tamburi e una bella tarantella.

    Carosello diviene il breve il programma più seguito della Televisione di Stato, unica trasmissione interamente ideata, scritta e diretta da privati e che fu per molti giovani alle prime armi una grande nave scuola per imparare il mestiere.
    Nel 1961 l'ascolto di Carosello, nonostante la nascita di altri programmi di intrattenimento, è di 7 milioni e 800 mila spettatori.

    Nel 1963 la vecchia sigla viene cambiata con disegni eseguiti a tempera da Manfredo Manfredi, raffiguranti quattro celebri piazze di città italiane: Venezia, Siena, Napoli e Roma. L'ascolto é di 8 milioni e 200 mila.

    Nel 1969, unico caso della sua lunga storia, Carosello viene sospeso tre giorni per la strage di piazza Fontana.

    Il 5 settembre del 1971 una selezione di Carosello viene presentata, per iniziativa della Sipra, al Museo d'Arte Moderna di New York.
    Si svelano per la prima volta i bei nomi del cinema che fanno pubblicità: Paolo e Vittorio Taviani, Mauro Bolognini, Giuseppe Patroni Griffi.

    Intanto Carosello diventa sempre più corto: nel 1974 ogni scenetta dura un minuto e quaranta secondi mentre il costo per farlo si aggira dai 3 ai 5 milioni.

    OlivellaIl primo gennaio 1976 va in onda l'ultimo Carosello: una Raffaella Carrà commossa recita l'addio al programma brindando con lo Stock e ringraziando tutti quelli che vi hanno lavorato.
    Va in onda anche un Carosello per il Té Ati girato da Ermanno Olmi.
    Gli ultimi ascolti di Carosello parlavano di 19 milioni di italiani, fra cui 9 milioni di bambini.
    Ufficialmente, la decisione di sospendere il programma è della Commissione parlamentare di vigilanza della Rai, che tende a ridurre la pubblicità ai vari prodotti nelle ore di maggior ascolto.
    Il lavoro di Carosello equivale alla produzione di circa 80 film, il 57% della produzione cinematografica italiana.
    Complessivamente sono andate in onda 42 mila scenette mentre il giro d'affari é di circa 95 miliardi all'anno.

    Durante i vent'anni in cui é andato in onda, Carosello ha coinvolto tutto il mondo del cinema e dello spettacolo italiano.
    Ci sono ogni tipo di attore e di cantante, da Giorgio Albertazzi ad Alberto Lionello, da Cesco Baseggio a Pippo Franco, da Nino Besozzi a Gianfranco D'Angelo, da Mario Soldati a Renzo Arbore e Gianni Boncompagni.
    Ma ci sono anche i nomi più celebri della commedia italiana: Aldo Fabrizi, Totò, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi.
    E ancora, personaggi come Paolo e Vittorio Taviani, Ugo Gregoretti, Lionello Massobrio, Francesco Maselli, Mauro Bolognini, Giulio Questi.
    Ma ci sono anche i registi Leone Pompucci e Carlo Verdone e attori ancora bambini come Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Renzo Arbore, Alba Parietti.
    Perfino uno scrittore raffinato come Luigi Malerba diventò per breve tempo produttore di caroselli.

    Detersivo OMO - manifesto campagna pubblicitaria in onda dal 1957 al 1959Non va dimenticata la grande produzione di cartoni che caratterizzò Carosello.
    I primi sono del 1958: Angelino per il detersivo Supertrim della Agip e l'Omino coi baffi per la caffettiera Bialetti, entrambi creazioni di Paul Campani.

    L'anno seguente é la volta di il Vigile e il foresto per il brodo Lombardi e Ulisse e l'ombra per il caffé Hag, ideati da Roberto e Gino Gavioli.
    Nei primi anni '60, Svanitella Svanité fa dire a tutti "Come se niente fudesse".
    Poi arrivano Unca Dunca, di Bozzetto, Olivella e Mariarosa (olio Bertolli, 1962 -75), Capitan Trinchetto e, nel 1970, I Cavalieri della Tavola Rotonda, inventati da Marco Biassoni.

    Contemporaneamente, nascono in Carosello i pupazzi animati.
    Cominciò Topo Gigio, che esordì in pubblicità nel 1961 per i biscotti Pavesini.
    Il 1965 é l'anno di Carmencita e il Caballero, pupazzi creati da Testa per il caffé Lavazza e che ripropongono l'uso di accenti torinesi e meridionali per la parlata dei personaggi.
    Poi arrivano gli abitanti del pianeta Papalla, il pulcino Calimero, creato dai fratelli Pagot per il detersivo della Mira Lanza e ancora l'ippopotamo Pippo, Jo Condor , il Gigante buono e molti altri che si potranno riammirare nella mostra alla Triennale.
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    00 03/02/2007 22:01
    Su questo sito li spot più famosi
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    Un altro sito su Carosello
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    00 03/02/2007 22:10
    io sono più piccolina. Non ho visto per molto tempo carosello (quando avevo 5 anni credo abbiano trasmesso gli ultimi spezzoni)
    Ricordo che in prima elementare c'era un esercizio sul sussidiario che diceva di descrivere Carosello e io non sapevo cosa scrivere!



    MICHELA
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    Io non me li ricordo tutti, mi ricordo Joe Condor, Calimero, Carmencita come cartoni, l'uomo in ammollo, lo scambiatore di fustini, e uno che girava per negozi con la frase: "Ma lei è incontentabile!" "sempre"
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    00 03/02/2007 22:44
    Calimero me lo ricordo pure me forse perché il c'è ancora nella pubblicità del detersivo e pure Carmensita (non trovi anche te che nella pubblicità di Italia 1 a colori abbia perso un po' di poesia?)



    MICHELA