Bossi jr: papà, mi mandi all’Isola dei famosi? Sì, a calci nel sedere!
Chissà che cosa avrà pensato Riccardo Bossi. Forse non ne poteva più delle vacanze a Ponte di Legno, fra Borghezio, Calderoli e le partite a scopone scientifico. Forse la villa in Sardegna di Lele Mora lo attira di più per una vacanza a scrocco. Forse avrà pensato che se Corona può corteggiare l’alleato storico di suo padre, allora lui può corteggiare l’alleato storico di Corona. Insomma, qualsiasi cosa abbia pensato, Riccardo Bossi, figlio di Umberto Bossi, si era messo in testa di partecipare all’Isola dei Famosi. “Che cosa? Ma gli tiro un calcio nel sedere” è sbottato il Senatur. E visto che ormai ci si confessa gli affari privati soltanto a mezzo stampa, il botta e risposta tra padre e figlio sarà in edicola domani: sul settimanale Chi, che intervista Riccardo, e su Gente, che raccoglie lo sfogo del padre.
“Chiedo a mio padre con educazione e rispetto che mi lasci partecipare al reality di Simona Ventura” dice il piccolo Riccardo (27 anni suonati) intervistato da Chi. E confessa che suo padre, inizialmente, non sembrava contrario ai suoi sogni da naufrago. “Poi mi hanno riferito che ha parlato con il direttore di Raidue Antonio Marano e ha cambiato idea” dice. E meditabondo, borbotta: “non capisco cosa possa aver detto a mio padre da irritarlo così tanto da fargli mettere un veto sulla mia candidatura”.
Epperò il giovane Bossi non sembra aver messo da parte l’idea. Nell’intervista a Chi, manda al padre un messaggio in codice e rivendica “Ho rinunciato alla politica per suo volere, ma adesso non voglio che mi ostacoli in questa scelta”. Di fatto, in politica, Riccardo si era dovuto accontentare nel 2003, a soli 23 anni, del ruolo del tutto secondario di assistente dell’europarlamentare Speroni, a Strasburgo, per il magro emolumento di 12.750 euro euro mensili. In un’intervista al Corriere della Sera avvertiva però che erano “soldi tassati”. E alla domanda cosa vuoi fare da grande non aveva ancora una risposta pronta. Elencava soltanto: riprendere gli studi e poi “pensare”. “Ecco” diceva “questa è una materia che metterei a scuola: pensare. Sinceramente: manca”. Era il 2005. Deve averci pensato bene.