00 03/09/2007 18:43
Di Martino favola d'argento
Con 2.03 è ancora record

Nell'ultima giornata dei Mondiali la saltatrice in alto campana è seconda col primato italiano eguagliato alle spalle della croata Vlasic: per gli azzurri è la terza medaglia dopo quelle di Howe e Schwazer

OSAKA (Giappone), 2 settembre 2007 - L’ultima giornata dei Mondiali di regalano all’Italia una medaglia che nelle ultime settimane sembrava insperata. Antonietta Di Martino coglie l’argento quando in pochi se lo aspettavano visto che era rimasta pressoché ferma un mese per un problema al piede di stacco. L’Italia conclude quindi il suo mondiale con 2 argenti (Howe e Di Martino) e 1 bronzo (Schwazer), in pratica confermando le 3 speranze di medaglia che esistevano alla vigilia dei mondiali.
SALTO IN ALTO – Ha dovuto saltare il suo primato nazionale per arrivare a medaglia. 2.03 per la seconda volta nella sua vita, eguagliando il suo primato nazionale fatto all’Arena di Milano il 24 giugno nella finale di First League di Coppa Europa. Misura che le regala la medaglia d’argento, battuta solo dalla favoritissima croata Blanka Vlasic (2.05) che tenta anche invano di superare l’asticella a 2.10 per il nuovo primato del mondo. Ma sembra solo un appuntamento rimandato vista la facilità con cui ha superato i 2.05. Antonietta Di Martino sorprende quindi, non per il risultato e nemmeno per la misura che quest’anno aveva dimostrato di avere nelle gambe, ma solo perché era rimasta ferma per quasi un mese a causa di un’infiammazione al piede sinistro (quello di stacco). Un infortunio che era quasi uno micro-frattura che l’avrebbe tenuta ferma molto più tempo. Un mese di arresto che le è anche servito per concentrarsi unicamente su questa gara e ritrovare forza e energia. E le ha messe tutte in pedana. Aveva cominciato subito male con un brutto errore a 1.85, poi invece una serie senza errori su tutte le misure fino ai 2 metri. Ancora un errore al primo salto a 2.03, per poi superarlo al secondo tentativo. Percorso simile anche per la russa Anna Chicherova che si prende la medaglia d’argento a pari merito con Di Martino.
5000 – Gara lenta, troppo lenta da parte dei keniani che permettono all'ex connazionale, ora statunitense, Bernard Lagat di fare una doppietta riuscita in grandi eventi in precedenza ad atleti del calibro di Nurmi ed El Guerrouj. 1500 e 5000 non sono facili da vincere nello stesso campionato, ma Lagat ci riesce proprio grazie ai ritmi lentissimi di una gara corsa nel caldo umido. Un solo sprint finale lo fa finire davanti agli altri africani. Secondo il keniano Kipchoge e terzo l’ugandese Kipsiro, battuti invece tutti i rappresentati dell'Etiopia.
800 – Che Yuriy Borzakovskiy non sia un vincente è ormai cosa chiara. Neanche quando il campo dei partecipanti mette solo lui come favorito riesce a vincere. Il titolo degli 800 lo vince a sorpresa il keniano Alfred Kirwa Yego davanti al canadese Gary Reed che perde per un solo centesimo.
GIAVELLOTTO – Lanciando quasi a 90 metri (89.19) al primo lancio e oltre i 90 all’ultimo (90.33) il finlandese Tero Pitkamaki, passato alle cronache a luglio per aver involontariamente infilzato il lunghista francese Sdiri al Golden Gala, si prende una grande soddisfazione vincendo il titolo mondiale. A cercare di contrastarlo ci ha provato solo il norvegese Andreas Thorkildsen, secondo con 88.61. Terzo lo statunitense Breaux Greer, tra i grandi favoriti della vigilia ma mai in grado di competere con i primi due (86.21).
1500 DONNE - Sorpresa col successo di Maryam Yusuf Jamal di origine etiope ma che corre per i colori del Bahrain. Alle sue spalle la russa Yelena Soboleva e l’ucraina Iryna Lishchynska.
4x400 DONNE – Vincono le statunitensi senza sorpresa. Con questa vittoria Allyson Felix, in seconda frazione, si porta a casa il terzo oro come il suo compagno di squadra Tyson Gay. Valori rispettati anche per il secondo e terzo posto con Giamaica e Gran Bretagna.
4x400 UOMINI – Valori confermati con gli Stati Uniti che non hanno rivali. Corrono praticamente in solitario anche se il bahamense Chris Brown in ultima frazione ha tentato di recuperare terreno. Ma gli Usa avevano il campione del mondo Jeremy Wariner e chiudono con uno straordinario 2’55”56. Seconde le Bahamas con 2’59”18, terza la Polonia con 3’00”05.
Francesco Liello




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