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Medicina Antroposofica

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2006 14:46
03/10/2006 14:46
 
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Medicina Antroposofica


Oltre alla dimensione fisica, esiste un mondo sovrasensibile che si può conoscere tramite un processo di sviluppo del pensiero che porta a un progressivo risveglio della coscienza: è questa la complessa concezione unitaria e spirituale dell'uomo e della natura cui si ispira la medicina antroposofica, o scienza dello spirito.
Secondo l'antroposofia (parola che deriva dall'unione dei termini greci "anthropos", uomo, e "sophia", conoscenza), l'essere umano e' costituito dal corpo fisico che tutti conoscono, da un corpo eterico da cui dipendono le facoltà vitali, da un corpo astrale che coincide col principio psichico e dall'Io, o essenza divina.
La salute e il benessere corrispondono quindi all'equilibrio di queste quattro entità, mentre il loro turbamento o la loro disarmonia sfocia nella malattia.
Per curare le patologie fisiche o psicologiche si deve perciò ipotizzarne la causa anche a livello spirituale.
Le terapie comprendono la somministrazione di rimedi omeopatici e fitoterapici, eventualmente abbinati a terapie artistiche e all'euritmia.
La medicina antroposofica non si considera in opposizione alla medicina convenzionale, ma intende costituire un ampliamento dei metodi diagnostici e terapeutici tradizionali.



Un po' di storia
La genesi dell'antroposofia si deve al filosofo austriaco Rudolf Steiner, che a all'inizio del 900 sviluppo' un movimento di pensiero improntato a una concezione spirituale dell'uomo e del processo evolutivo cosmico - di cui costituisce la massima espressione - e che applicò i principi dell'antroposofia in diversi campi d'attività, tra cui la medicina.
Negli anni sono sorti ospedali e case di cura con reparti di diverse specialità mediche e un'industria farmaceutica per la fabbricazione dei farmaci utilizzati.


Il pensiero di Steiner
L'origine dei diversi tipi di patologie (fisiche e psichiche) nella visione steineriana va ricercata nell'alterazione del delicato equilibrio tra le quattro componenti costitutive dell'essere umano.
Il corpo fisico, retto dalle stesse leggi che governano il mondo minerale, è costituito da ogni parte materiale dell'uomo percepibile con gli organi di senso; il corpo eterico, presente anche nel regno vegetale, comprende l'insieme delle forze vitali e determina i processi di costruzione, ricambio, crescita, moltiplicazione e riproduzione; il corpo astrale o animico, che accomuna l'uomo agli animali, compenetra di anima l'organismo e ne sono espressione i sentimenti e la coscienza del mondo esterno; l'Io, o spirito, è invece il nucleo centrale dell'individualità, caratterizzato da autoconoscenza, autodeterminazione e potenzialità di evoluzione interiore.
Le quattro dimensioni non costituiscono realtà separate, ma forze interdipendenti che si influenzano inducendo profonde trasformazioni nel corso della vita.
L'osservazione del malato non consiste pertanto nel solo esame dei sintomi fisici, ma va allargata alla comprensione del modo in cui l'anima e lo spirito sono coinvolti nel processo di malattia: il loro equilibrio è premessa della salute e la terapia antroposofica ha lo scopo di stimolare l'innata forza di rinnovamento e di autoguarigione (proprie del corpo eterico) presente in ogni essere umano.



La tripartizione funzionale
A presidio del funzionamento dell'organismo vi sono le relazioni dinamiche fra tre principali sistemi o ambiti funzionali: il sistema neuro-sensoriale, fonte del pensiero; il sistema del ricambio e delle membra (metabolismo e apparato locomotore), che sta alla base della volontà; il sistema ritmico (respiratorio e cardiocircolatorio), cui si riferisce il sentimento.
Quando l'eccessiva influenza di uno di questi tre poli altera il funzionamento degli altri due e porta a malattie fisiche o psichiche, il medico ha il compito di studiare l'intervento terapeutico più adatto a ricrearne l'armonia.
La tripartizione non caratterizza solo l'uomo, ma si trova in rapporto con le corrispondenti qualità dei regni della natura (dove si riconoscono qualità o principi di tipo salino, mercuriale e sulfureo) e la conoscenza di queste relazioni e analogie permette di sviluppare i processi farmaceutici corrispondenti.


Il percorso individuale
Fondamentale nell'antroposofia è considerato l'aspetto biografico del decorso delle malattie per riconoscere e far comprendere al paziente il significato dei sintomi ai fini della sua evoluzione somatica, psichica e spirituale.
Ne sono un esempio le malattie esantematiche dell'infanzia, la cui guarigione è legata a un cambiamento della personalità del bambino e all'acquisizione di nuove capacità fisiche e psichiche.
Attraverso il colloquio e la valutazione comune della storia personale del soggetto, il medico cerca allora di inquadrare la malattia nell'ambito dello sviluppo interiore per offrire al paziente nuovi punti di vista o aiutarlo a cambiare i comportamenti considerati nocivi.


Terapia e medicinali
Proponendosi di curare non solo la patologia, ma anche di sostenere lo sviluppo spirituale delle persone, il medico antroposofo cerca di stabilire in quale misura interagiscono i sistemi organici funzionali.
Per arrivare alla guarigione può usare farmaci composti da sostanze tratte da minerali, piante o animali, oppure altre terapie come l'euritmia, la terapia artistica, la massoterapia, la balneoterapia o la pedagogia curativa. I medicinali antroposofici sono definiti un ampliamento e un rinnovamento degli usuali preparati farmaceutici e sono tratti dai tre regni della natura per cui svolgono un'azione diversa secondo l'origine. Il principio è che ogni elemento naturale stabilisce un rapporto con le parti costitutive dell'uomo e riesce dunque a esplicare un'azione specifica su di esse.
La scelta delle sostanze curative è d'altra parte giudicata importante tanto quanto il metodo di preparazione, che avviene per tutte attraverso specifici procedimenti di lavorazione, trasformazione e purificazione (le piante sono per esempio coltivate secondo le regole dell'agricoltura biodinamica e raccolte in determinati giorni e ore).
Anche la loro somministrazione segue criteri legati alla tripartizione funzionale dell'organismo e avviene per via orale (gocce, granuli, compresse, sciroppi), parenterale, o per applicazione esterna (pomate, lozioni, impacchi o bagni).



La terapia artistica
Secondo la medicina antroposofica, ogni arte (dal disegno alla pittura, dalla scultura alla musica, dall'arte della parola alle attività artigianali) può essere utilizzata in senso terapeutico quando ne è stata verificata l' intrinseca connessione con i processi fisiologici e patologici.
Tramite la terapia artistica si tende in effetti a risvegliare - insieme con la volontà di guarire - alcune forze creative inespresse, per dare un significativo aiuto al processo di guarigione. In musicoterapia, per esempio, le proprietà degli intervalli, delle singole note e degli altri elementi musicali vengono configurate secondo determinate modalità per farle corrispondere al quadro patologico del paziente.
Allo stesso modo, l'ascolto, l'esecuzione con particolari strumenti, il canto e il movimento corporeo, il disegno e la pittura ad acquerello contribuiscono a risolvere vari disturbi fisici e psichici e a migliorare l'equilibrio tra le quattro parti costitutive dell'essere umano.



L'euritmia
Steiner considerava l'espressione artistica essenziale per lo sviluppo della coscienza umana e aveva ideato l'euritmia, un'arte del movimento basata su una tecnica che unisce musica, canto, danza, espressione corporea.
Dall'euritmia si e' poi sviluppata l'euritmia curativa, una terapia che integra il trattamento medico ed e' finalizzata a stimolare le forze di guarigione interne.
Il malato esegue movimenti con braccia, gambe o con il corpo intero e pronuncia suoni su un sottofondo musicale: tramite le leggi del linguaggio e della musica viene aiutato a prendere coscienza e a esprimere la sua interiorità.
Usata per le malattie degli organi interni e dell'apparato locomotore, per i disturbi di vista, udito e linguaggio, l'euritmia curativa viene in particolare utilizzata per lo sviluppo dei bambini handicappati.




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