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Italia, falsa partenza
Nell'esordio delle qualificazioni europee contro la Lituania, non basta la verve del ritrovato Cassano. Danilevicius gela gli azzurri, Inzaghi pareggia ma nella ripresa è vano assalto: 1-1
Inzaghi e Cassano festeggiano il gol. ReutersNAPOLI, 2 settembre 2006 - Inizia con un deluidente 1-1 casalingo il cammino dell'Italia campione del mondo nelle qualificazioni per gli Europei 2008. La Lituania strappa con merito l'1-1 e addirittura passa in vantaggio al 21' con Danilevicius, Inzaghi pareggia su assist di Cassano al 30' ma poi non basta un'ora agli azzurri per segnare il gol che varrebbe la vittoria. Inutile il sostegno caloroso dei 50mila e oltre del S. Paolo.
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02/09/2006 22:59
 
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E' dura essere campioni del mondo uscenti!



MICHELA
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Abbiamo sempre fatto delle magre figure... anche dopo Spagna 1982 non ci qualificammo per gli europei e ci furono polemiche che costarono il posto a Bearzot... Lippi è stato più furbo, se n'è andato prima [SM=x988236] anche se ho il sospetto che fosse un tacito accordo con la federazione, visti le sue vicinanze agli indagati, finito il mondiale, qualunque sia il risultato te ne vai...
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02/09/2006 23:07
 
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Io penso anche che è difficile mantenere uno standard alto per tanto tempo a quei livelli. Dato che abbiamo raggiunto il massimo è praticamente impossibile eguagliarci... ha fatto bene a tagliare la corda senz'altro



MICHELA
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07/09/2006 14:05
 
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Una notte da peggiori del mondo
Anche così l'Italia resta campione del mondo. Soltanto che sarà più difficile farlo ammettere ai francesi, spocchiosi dopo Berlino quanto sono stati ammirevoli e civili allo Stade de France, e infine entusiasti di essersi presi con il 3-1 la rivincita morale su ciò che definirono «un errore della storia». Sono usciti cantando «ma dove sono gli italiani?». L'immagine con cui ci eravamo lasciati era la fotografia, straordinaria, dei giocatori francesi immobili e storditi che osservavano l'orda degli azzurri in corsa verso Grosso che aveva appena realizzato il rigore decisivo. La foto con cui ci siamo ritrovati dopo due minuti è stata quella del tiro al volo di Sidney Govou, che ha sorpreso la retroguardia più forte del mondo e ci ha immediatamente proiettati in una partita maledetta e senza speranze: l'Italia non ha calato le brache, almeno questo sentirsi i primi al mondo ha accresciuto l'amor proprio, ma ad eccezione di un quarto d'ora nel primo tempo la Francia è stata più brava, solida ed efficace. Nella ripresa è stata una lezione, abbiamo temuto una goleada peggiore: per fortuna i francesi cercano il bello più che l'utile, altrimenti altri contropiede sarebbero finiti in porta.

Gli azzurri, che in Germania non avevano subito gol su azione in 7 partite, qui ne hanno incassati 3 e potevano essere di più. E' la riprova che il Mondiale dei miracoli è in archivio e si è tornati ai nostri difetti e alle nostre pochezze, cui Donadoni deve mettere un rapido rattoppo perché la qualificazione agli Europei è già in bilico. Ma è l'uomo che può cambiare la Nazionale? Basterà il ritorno di Toni e qualche altro reduce di Berlino a ricreare le condizioni di quel mese specialissimo? Nutriamo dubbi. E' cambiata la tensione, non soltanto il ct, e Donadoni non è felice nei cambi: quando le cose si mettono male butta dentro le punte con il badile come se bastasse la moltiplicazione degli attaccanti (Di Michele, pensa un po') per arrivare al gol. Così si perde quel minimo di gioco. Era già successo con i lituani.

C'era il timore di cosa lo Stade de France avrebbe riservato all'Italia. Ragioniamo troppo con il metro della teppaglia cui siamo abituati. Non abbiamo mai avuto la sensazione che il livore si potesse tramutare in violenza e il lavaggio del cervello, da parte dalla Federcalcio e di Domenech, hanno stoppato sul nascere le contestazioni all'Inno di Mameli: ci sono stati il rispetto e la partecipazione commossa al minuto di raccoglimento per Facchetti, che qui era un mito tanto che domani France Football gli dedicherà tre pagine, quante ne riempirà con la partita. Non sono stati l'ambiente e l'emozione a punire l'Italia, è stato il gioco, sono state le defaillances degli uomini che più di tutti furono i pilastri per Lippi. Cominciando da Buffon, impreciso e poco reattivo, implicato in tutte e tre le reti. Cannavaro non è più l'Insuperabile (Govou l'ha anticipato di testa sul 3-1, lui si è un po' riscattato sfiorando il 3-2 negato da Coupet), Zambrotta patisce, Grosso si è visto per 10’, Pirlo è più geometra che architetto.

«Ci vuole tempo per tornare con i piedi per terra», aveva detto Vieira dell'Italia. Inconsciamente gli azzurri sono ancora a un palmo da terra e non sono fuoriclasse che se lo possano permettere. Govou, uno degli attori del palcoscenico francese con il Lione, è stato l'eversore inatteso. Non era previsto che giocasse, poi le condizioni imperfette di Saha hanno consigliato a Domenech di metterlo in campo: svolta fortunata. Govou si è piazzato a destra con il ritorno della Francia al 4-2-3-1, abbandonato dopo il ritiro di Zidane: al posto di Zizou si è installato Ribery, che ha stravinto almeno nel movimento e nella partecipazione al gioco la sfida con Cassano. Con una squadra che giocava a memoria, Govou ha colpito subito (Gallas era però in fuorigioco sul cross), si è ripetuto al 10' della ripresa quando l'Italia sperava di superare il momento difficile per cercare un recupero nel finale. Ci aveva illuso la rifioritura nel finale del primo tempo, quando la rete di Gilardino aveva immediatamente risposto al 2-0 di Henry che poteva essere letale. Anzi, c'era stata la possibilità di pareggiare al 27' sull'unica azione «mondiale» di Grosso che il flebile Semioli deviava in porta, prima di essere abbattuto da Abidal. Ma abbiamo capito in fretta che questa volta sarebbe stata un'altra storia



MICHELA
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Oddo-Toni salvezza d'Italia
Gli azzurri non entusiasmano contro un'Ucraina ben chiusa ma conquistano la prima vittoria nelle qualificazioni a Euro 2008. I gol nella ripresa
Luca Toni dopo il gol del 2-0. AfpROMA, 7 ottobre 2006 - La Nazionale di Roberto Donadoni ottiene la prima vittoria nel girone B delle qualificazioni europee. A 4 punti l'orizzonte è meno oscuro, ma che fatica battere l'Ucraina all'Olimpico. Dopo un primo tempo senza idee e mezza ripresa con la lingua a penzoloni, il vento cambia e gli azzurri tirano fuori cuore e passione, costringendo alla resa la squadra di Blokhin. Finisce 2-0 con i gol di Oddo su rigore e di Toni.
COSI' IN CAMPO - Donadoni sceglie la rabbia repressa di Materazzi. Confida nella sua voglia di spaccare il mondo, dopo la zuccata di Zidane nella finale di Berlino e i suoi assurdi strascichi. Ma le grosse novità il c.t. le riserva al tridente d'attacco. Non Camoranesi, dolorante per un colpo di frusta, ma Iaquinta. E alla sinistra di Toni tutta la classe di Del Piero. Non c'è Totti, ma la maglia numero 10 la indossa De Rossi. Pesantissima invece l'assenza di Shevchenko nell'Ucraina, bloccato dalla febbre. Oleg Blokhin è troppo orgoglioso per piangere e propone, invece dell'atteso 4-4-2, un agguerrito 4-3-2-1. Una sola punta, Voronin, con Vorobey e Nazarenko alle sue spalle.
VITA DURA - L'Ucraina propone una partita di contenimento e di attacco. Ben quadrata e ordinata, non fatica poi tanto a contrastare un'Italia confusa, senza uno schema ben preciso. Sono sufficienti il rasoterra di Tymoshchuk al 4' che impegna centralmente Buffon con un rasoterra e il bolide a colpo sicuro di Gusiev due minuti dopo, respinto a pugni uniti dal portiere azzurro. I limiti sono evidenti. Iaquinta spesso contrasta le incursioni sulla fascia di Oddo, mentre a sinistra Zambrotta è inesistente. Uno scenario desolante, illuminato qua e là da lampi di genio. Come quello di Del Piero che al 12' serve magnificamente Toni, ma il centravanti arriva appesantito sul pallone: almeno tre centimetri dopo.
Bellissimo il triangolo al 20' con Pirlo. Il rossonero restituisce, ma lo juventino, che parte spesso da dietro, colpisce male. Al 30' Oddo, in uno dei pochi cross azzeccati, trova la testa di Toni, ma Shovkovskyi dice di no con un volo leapardesco e un tantino plastico. La grande palla Toni la spreca al 36', perché dopo uno svarione della difesa ucraina, da posizione centrale, poco dentro il limite alza oltre la traversa. Ma non devono trarre in inganno le occasioni degli azzurri. L'Ucraina in realtà tiene bene, costruisce ripartenze sempre pericolose, coprendo tutti i reparti. Un primo tempo desolante sul piano del gioco, senza le geometrie di Pirlo che deve chiedere aiuto addirittura a Gattuso, improbabile nelle vesti di regista, e l'apporto di De Rossi, in serata opaca.
IL VENTO CAMBIA - Sorprende Donadoni, perché all'inizio della ripresa non cambia nulla. Blokhin fa lo stesso, ma i suoi ragazzi almeno ci provano, fanno pressing, mantengono alto il ritmo quando c'è applicare il contropiede. Accade per esempio al 9', quando Iaquinta perde l'attimo davanti a Shovkovskyi. Ripartenza fulminante e fallo di Cannavaro al limite. Punizione di Tymoshchuk e grande respinta di Buffon. L'attaccante dell'Udinese ci prova anche al 13', ma con poca fortuna. Blokhin toglie Nazarenko e inserisce la stellina Kalinichenko.
Donadoni effettua il primo cambio al 17': Di Natale per Del Piero. Ma è l'ucraino a scaldare le mani a Buffon che si deve superare da calcio piazzato. Ma la Nazionale ci mette il cuore. Oddo lancia Toni che viene steso in area: rigore. Batte lo stesso Oddo che trasforma. Al 26' Voronin trova l'angolo, ma anche Buffon, a sottolineare che l'Ucraina non molla. Camoranesi prende il posto di Iaquinta e al 34' l'Italia dilaga. Splendido l'assist di Di Natale per Toni che stoppa di destro e infila nell'angolo alto di sinistro. E potrebbero essere addirittura tre dopo un triangolo fra i due che l'udinese scarica sulle mani di Shovkovskyi. Ma sarebbe davvero eccessivo. L'Italia campione del mondo è ritornata in corsa.
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08/10/2006 21:22
 
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Posso dire finalmente?



MICHELA
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L'Italia torna in corsa
Successo azzurro in Georgia nelle qualificazioni agli Europei. Vantaggio al 16' con De Rossi, al 24' pari di Shiashiasvili. Nella ripresa espulso Kankava, poi gol di Camoranesi e Perrotta

TBILISI (Georgia), 11 ottobre 2006 - Non chiedevamo alla Nazionale di esibire le evoluzioni della "Sukhshvili Dance Company", protagonista di uno straordinario balletto prima della gara. Ma la vittoria basta avanza a Tbilisi, dove gli azzurri, senza meravigliare, raccolgono tre punti fondamentali per risalire la china nel gruppo B, dove la Scozia viene battuta 2-0 a Kiev dall'Ucraina. Contro la Georgia finisce 3-1; al gol di De Rossi replica Shashiasvili nel primo tempo, nella ripresa, con i georgiani in dieci per l'espulsione di Kankava, arrivano in rapida successione le reti di Camoranesi e Perrotta.
DEL PIERO IN TRIBUNA - A Tbilisi Donadoni propone una difesa con Oddo a destra, Zambrotta a sinistra e Nesta e Cannavaro centrali. Pirlo e De Rossi leggermente arretrati rispetto a Camoranesi, Perrotta e Di Natale, con Toni unica punta. Tutto come previsto, quindi. Sorprende semmai la decisione di lasciare Del Piero addirittura in tribuna, dopo il bagno di folla georgiano a cui era stato sottoposto lo juventino. Scelte indecifrabili e discutibili, a cui il c.t. ci ha ormai abituati.
La Georgia utilizza due schemi: il 4-3-2-1 in fase offensiva, per variare in un compatto 4-5-1, utile per contrastare il gioco sulle fasce degli azzurri. I padroni di casa, molto fisici, ma dotati di individualità da non sottovalutare, esprimono un gioco abbastanza prevedibile. Ma grazie a un pressing asfissiante e veloce obbligano gli azzurri ad arretrare, rendendo più complicata la ripartenza. Abili soprattutto, quando tornano sui loro passi affollando la trequarti e chiudendo tutti gli spazi. Non a caso il gol di De Rossi nasce da un tiro dalla distanza, mal interpretato da Lomaia che si fa uccellare come un dilettante.
LA REAZIONE GEORGIANA - La reazione della Georgia è immediata. A tratti confusionaria, fatta di piccoli tocchi dal limite, ma che ha il pregio di sorprendere gli azzurri. Una tattica che consente a Shashiasvili di realizzare il gol della vita, con uno strepitoso tiro a girare dal limite che sorprende Buffon. E' il frutto del classico gioco di squadra, compatta a centrocampo, che sa sfruttare il minimo errore degli avversari. Altrettanto vigorosa anche la reazione dell'Italia. Toni in tre occasioni sfiora il gol personale: al 35', con una splendida girata al volo che sfiora il palo alla destra di Lomaia, al 36', allorché spreca a lato con la porta spalancata dopo un pregevole tocco di Di Natale, e al 41' con una girata di testa deviata in angolo. Sempre con la partecipazione di Di Natale, sempre presente in fase offensiva, autentico protagonista del primo tempo. Nel complesso, però, la Georgia si dimostra avversaria complicata la Georgia; come aveva annunciato Donadoni, più temibile dell'Ucraina.
LA SVOLTA - Il c.t. propone nella ripresa la stessa formazione, ritenendo, non a torto, che sia sufficiente per avere la meglio. La Nazionale subisce per un buon quarto d'ora il pressing senza idee dei georgiani e al 16' si ritrova in superiorità numerica per l'espulsione di Kankava, già ammonito nel primo tempo. E' la linea di confine che precede il gol di testa, colpo di biliardo, di Camoranesi, dopo un eccellente dialogo tra Pirlo e il solito Di Natale. Il milanista, che non ha più fiato, lascia il posto a Mauri. Orgogliosa la Georgia, ma concedere un uomo all'Italia è come sparare sul pianista. Al 26' arriva anche la rete di Perrotta su assist di Zambrotta, e quando al 29' Materazzi rileva Cannavaro, lo stadio urla a gran voce il nome di "Zizou", fischiando l'ingresso dell'azzurro. C'è posto anche per Iaquinta (esce Camoranesi), quando mancano 4' alla fine. Scozia e Francia, appaiate a 9 punti, ora sono solo a due lunghezze.

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Italia col minimo sforzo
Per fortuna c'è Inzaghi

Deludente prestazione degli azzurri contro le Far Oer: finisce 2-1 grazie a una doppietta dell'attaccante rossonero e a un gol di Rogvi Jacobsen, professione carpentiere. Al 90' Holst sfiora addirittura il 2-2

TORSHAVN (Far Oer), 2 giugno 2007 - Atene come Torshavn. Per Pippo Inzaghi non ci sono confini. La sua legge non ammette repliche, anche di fronte ad avversari modesti. Il suo attaccamento alla maglia azzurra potrebbe servire da lezione a molti; un amore che il bomber trasforma in due gol. Un uno-due da tre punti, rovinato in parte dal gol di Rogvi Jacobsen nel finale, in cui le Far Oer fanno prevalere una maggiore freschezza che aprirà un dibattito sul finale di gara degli azzurri.
INZAGHI DAVANTI A TUTTI - La nazionale delle Far Oer è squadra fisica, votata agli scambi rapidi, anche su terreni impervi. Roberto Donadoni sceglie una formazione molto tecnica e veloce: schiera un 4-2-3-1, con Diana e Rocchi larghi sulle fasce, Del Piero in mezzo e Inzaghi punta unica. Con la Lituania a quattro giorni di distanza, il commissario tecnico fa scelte logiche e si adatta all'avversario pungendolo con manovre molto aperte, sfruttando i corridoi laterali e le sovrapposizioni degli uomini di fascia, amplificando tutte le ingenuità dei padroni di casa.
MONOLOGO - Le Far Oer celebrano il loro momento di gloria con una gara muscolare, ma prevedibile, facendosi infilare in contropiede dall'Italia. Già dopo tre minuti Inzaghi fa capire di avere fame, con un tiro sull'esterno della rete da posizione angolata. Diana conclude alto all'8', ma la verticalizzazione di Pirlo al 13' per Inzaghi è troppo ghiotta per non essere sfruttata. Splendida la zampata con la punta del sinistro dell'eroe di Atene che gabba Jo Roi Jacobsen e Mikkelsen per l'1-0. A quota 24 gol in azzurro, il bomber ci prende gusto con un colpo di testa in tuffo che accarezza il palo. Sorride Donadoni perché al di là delle modeste Far Oer, l'Italia regge bene fisicamente, nonostante la pioggia insistente, terreno minato per gli uomini di classe, anche se a brillare di più è il portatore di palla Andrea Pirlo. Lucido e preciso, come solo lui sa essere, il regista del Milan è collegato a Inzaghi da un filo invisibile e nell'umido e noioso finale del primo tempo è unico azzurro a regalare giocate degne di nota, come l'invito a nozze per Materazzi al 36', con palla fuori di poco.
IL CARPENTIERE - Ma tanto basta per domare le Far Oer, squadra al di sotto della modestia, sparring partner per amichevoli estive, ma da non biasimare. Facile tagliarla in due. Per Oddo che serve Diana al 4' della ripresa, pronto a offrire a Inzaghi l'assist perfetto per il 2-0. Stacco perfetto del milanista; un avvoltoio in agguato che non ha pietà nemmeno dei comprimari. E si arrabbia quando al 13' Donadoni lo cambia con Lucarelli, a sottolineare che la voglia non gli passa mai, soprattutto a due reti da Del Piero e dopo avere agganciato nella classifica dei bomber azzurri Altobelli e Baloncieri. All'Italia non resta che mantenere il possesso di palla, mostrando anche il lato più duro; voce cara a Gattuso che rimedia un'ammonizione. Gara sofferta quella del rossonero, ma come sempre votata al sacrificio. Evaporati, invece, Del Piero e Rocchi, mentre Lucarelli cicca clamorosamente la palla del 3-0. Donadoni cambia anche in difesa: Barzagli per Materazzi e qualcosa in difesa vacilla. Il primo segnale al 31' quando Jon Roi Jacobsen sfiora di testa; il secondo allorché Rogvi Jacobsen, professione carpentiere, anticipa Oddo di testa, anche se il latitante Cannavaro ci mette del suo, e infila sul primo palo Buffon. Un finale sconcertante, in cui gli azzurri sono costretti a far girare la palla, soffrendo a dismisura la fisicità delle Far Oer che quasi quasi ci credono. Entra anche Quagliarella (out Rocchi), ma la cosa peggiore la fa Del Piero fallendo il gol allo scadere con la porta spalancata. Quella migliore Buffon al 45' che salva la vittoria su Holst.
dal nostro inviatoGaetano De Stefano
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03/06/2007 09:25
 
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dal sito della Gazzetta
Questa è la situazione nel nostro girone


LA CLASSIFICAPTGVNPGFGSDR
Francia15650114212
Italia1364111165
Ucraina126402862
Scozia1264021165
Lituania7621345-1
Georgia6720513130
Far Oer07007225-23
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08/06/2007 16:09
 
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uagliarella fa il fenomeno
L'Italia torna a convincere

Dopo la deludente gara con le Far Oer gli azzurri ritrovano i gol e il gioco. E' la punta della Sampdoria a firmare il 2-0 in Lituania che conferma il secondo posto nel girone in attesa della sfida alla Francia (1-0 alla Georgia)

KAUNAS (Lituania), 6 giugno 2007 - Fabio Quagliarella chiede spazio a Inzaghi: "Pippo questa sera tocca a me". Il rossonero, dopo le glorie di Torshavn, si fa da parte e incorona l'attaccante della Samp, straordinario protagonista a Kaunas con una doppietta da favola. L'Italia si sbarazza così della Lituania (quinta vittoria consecutiva) cogliendo tre punti di fondamentale importanza lungo il cammino che porta alla fase finale degli Europei del 2008 e mantenendo il secondo posto nel girone.
VARIANTE ODDO - Tutto come previsto: c'è il 4-1-4-1 di Donadoni, ma con la variante Oddo alla destra della difesa e lo slittamento di Zambrotta a sinistra. C'è Pirlo alle spalle del centrocampo a quattro con Quagliarella, Perrotta, De Rossi e Di Natale. C'è Pippo Inzaghi unica punta. Ma c'è anche la Lituania, squadra dal modulo molto elastico che si adatta all'avversario: 4-5-1 in fase difensiva, 4-3-3 in quella offensiva. Gioco elementare ma efficace, cocktail di forza e velocità, con piccoli sorsi di tecnica. Ci sono anche Stankevicius, cursore potente ed efficace, sulla fascia di Zambrotta, e Danilevicius, punto di riferimento in attacco. Sono questi i mezzi con cui la Lituania cerca di spaventare l'Italia. Ma a parte una deviazione al 7' di Perrotta che sfiora l'autorete e un colpo di testa di Kalonas al 9', il pressing si esaurisce in un prevedibile scambio di colpi. Prese le misure, infatti, la Nazionale prende il mano il gioco, diretto con impeccabile puntualità da Pirlo: maestro quando si tratta di far alzare gli azzurri e mettere Inzaghi nella condizione di far male. Straordinaria anche la sua capacità di allargare il gioco sulle fasce, innescando la velocità di Di Natale e Quagliarella. Splendida la palla per l'udinese al 23', ciccata però da buona posizione.
QUESTIONE DI MAGIE - Pirlo maestro di calcio. Bastano due illuminazioni di precisione chirurgica per accendere la partita: al 31' e al 45'. Ma in simili circostanze occorrono anche compagni di squadra capaci di fare cose impossibili come le sue. E Fabio Quagliarella non si tira indietro regalando due capolavori balistici di rara bellezza: più o meno dalla stessa distanza, nell'angolo alto dove Grybauskas non potrebbe mai arrivare. Perché Quagliarella i gol li sa fare solo così. Di lituano restano nella memoria la sostituzione di Morinas con Mikoliunas al 39' e il gol fallito da Kalonas al 43', ma in fuorigioco, neutralizzato dalla provvidenziale e sontuosa uscita di Buffon.
ORDINARIA AMMINISTRAZIONE - Poi è solo azzurro nitido. Con Pirlo timoniere d'assalto. Al 13' regala una palla a Di Natale con su scritto "spingere in rete, prego", sprecata in tribuna dall'esterno sinistro. Alla Lituania non resta che sfruttare qualche sbilanciamento degli azzurri, ma al 15' Danilevicius non coglie l'attimo permettendo a un Cannavaro strepitoso e a Materazzi di recuperare. A ritmo contenuto, mentre Pirlo continua a regalare saggezza, Donadoni sostituisce De Rossi, forse l'unica nota stonata del concerto, e Perrotta con Gattuso e Ambrosini, completando poi il trittico con Del Piero per Di Natale. L'Italia penetra più facilmente e Inzaghi ha il tempo di sbagliare un gol, su invito di Gattuso, segnale che la Lituania ha mollato in difesa, alla ricerca di un gol prestigioso. Ma il 2-0 rimane intatto. Conclusione perfetta per una serata da Quagliarella. Per l'azzurro d'Italia una favola in più da raccontare.
dal nostro inviatoGaetano De Stefano
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Donadoni ammette
"Troppo rinunciatari"

Il c.t. non rinnega le sue scelte ma evidenzia: "Abbiamo tenuto testa alla Francia, ma nei primi 25' dovevamo osare di più". Oddo, Cannavaro e Buffon condannano i fischi all'inno francese. Vieira: "Non ce lo aspettavamo"

MILANO, 8 settembre 2007 - Roberto Donadoni dà valore allo 0-0 con la Francia conservando una certa sicurezza. "Abbiamo tenuto testa a questa squadra creando le nostre occasioni - ha detto il c.t. -. Peccato per i primi 25 minuti nei quali siamo stati un po' rinunciatari. Nella parte finale ci abbiamo provato, ma avevamo speso troppo". Il c.t. non sembra troppo deluso, nonostante il pareggio con i Bleus obblighi l'Italia a vincere nella gara di mercoledì con l'Ucraina per sperare nella qualificazione a Euro 2008. "È sempre obbligatorio vincere - la risposta ai microfoni di Raisport del c.t. azzurro - e giocare bene". Sulle possibilità della Nazionale di passare il turno Cristiano Lucarelli mantiene la stessa fiducia della vigilia: "Questo punto non è da buttare, restiamo in corsa e sono sicuro che non avremo problemi a qualificarci".
L'INNO FISCHIATO - Massimo Oddo ha sottolineato la differenza di condizione con i transalpini: "La volontà c'era, ma davanti avevamo la Francia, una grande squadra. Noi avevamo un paio di uomini non al meglio ma spingevamo ugualmente. Loro sono stati molto bravi con i centrocampisti laterali a seguirci, ci lasciavano poco spazio, così come lasciavano poco spazio ai nostri tre uomini lì davanti". Poi Oddo condanna i fischi del pubblico del "Meazza" durante l'esecuzione della Marsigliese, l'inno francese. "È un fatto da condannare assolutamente: non si doveva fare e non si deve fare mai e se volete saperlo io in campo mi sono vergognato!". Fabio Cannavaro che ai microfoni di Raisport si è unito nel biasimare i fischi: "Non mi sono piaciuti. Sinceramente ho fatto tante partite all'estero e non ho mai sentito fischiare l'inno italiano. Non capisco perché qui si debbano fischiare le altre nazionali: non c'è stata tanta educazione". Buffon ha aggiunto: "Avevamo chiesto ai nostri tifosi di rispettare l'inno, perché è una parte importante della storia di ogni Paese. A due mesi dalla vittoria del Mondiale loro ci avevano applaudito. Da questo punto di vista abbiamo da imparare da loro". Molto duro Vieira: "Sono rimasto sorpreso e scioccato da tutti quei fischi, non ce lo aspettavamo".
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Super Di Natale
L'Italia si rilancia

Gli azzurri vincono in Ucraina 2-1 grazie alla doppietta dell'attaccante dell'Udinese, che rende inutile il momentaneo pareggio di Shevchenko. Italia seconda nel girone B dietro la Scozia, che vince in Francia

KIEV (Ucraina), 12 settembre 2007 - Antonio Di Natale trascina Roberto Donadoni in montagna. A un passo dalla vetta. A un punto dalla Scozia, che vince clamorosamente a Parigi e che dovremo incontrare il 17 novembre a Glasgow. L'ultima spiaggia la spedisce ai mittenti e ai detrattori del c.t.. L'esterno destro aggiunge alla sua galleria fotografica una doppietta che permette all'Italia di battere l'Ucraina 2-1, dopo il pareggio di un ritrovato Shevchenko. Partita scorbutica in cui la Nazionale rischia molto senza esaltare, ma che risolve grazie all'esperienza e alla classe dei suoi giocatori.
SCOMMESSE - Il ritorno al 4-2-3-1 e cinque cambi rispetto alla partita con la Francia, sono le novità di Roberto Donadoni contro l'Ucraina. Panucci gioca a destra della difesa; Ambrosini duetta al fianco di Pirlo in posizione più avanzata; Perrotta e Di Natale si schierano sulla linea dei mediani; Iaquinta è l'unica punta. Dimenticare San Siro è l'imput del c.t., che però sorprende ancora, spedendo Del Piero e Lucarelli in tribuna. Cambia anche Oleg Blokhin. Dopo l'1-1 di Tbilisi rinuncia a Voronin e a Rotan e si affida a Kalinichenko e Gay. Variabile il modulo; una sorta di 4-1-4-1, con Tymoschuk battitore libero tra difesa e centrocampo, mentre Sheva è la punta di diamante.
IMPETUOSO SHEVA - La partita che dovrebbe segnare una svolta, non ha i prodromi del riscatto. La partenza secca dei padroni di casa sorprende gli azzurri. E quando Andriy Shevchenko al 4' fa tremare la traversa su una punizione calciata da oltre venti metri, prevale la sensazione che uscire indenni da Kiev sarà un'impresa. Ucraina dappertutto, padrona del campo. Blokhin azzecca tutte le mosse: limita il gioco sulle fasce, chiude a chiave Iaquinta in un bunker e pressa con il centrocampo. Kalininchenko e Gusev sono i padroni delle fasce e per Sheva è festa grande. L'attaccante svaria da una parte all'altra del campo disorientando con la sua velocità la difesa azzurra che riesce. L'ex milanista si ripete al 21' con una discesa imperiosa sulla sinistra, da cui fa partire un diagonale che esce di poco. Al 23' l'Italia rischia ancora; micidiale la punizione centrale di Sheva respinta da Buffon.
PIRLO E DI NATALE - Assedio conclamato e Nazionale allo sbando per un buon quarto d'ora. Difficoltà e affanno lasciano presagire ultime spiagge. Tutto sembra complicato, anche l'inserimento più semplice. Trovare spazi nell'affollata trequarti dei gialloblù è impossibile, così il gioco si sposta inevitabilmente su Pirlo e Di Natale, senza dubbio i più attenti alla manovra. Il giocatore dell'Udinese elenca tutte le sue qualità, negli inserimenti e anche nelle conclusioni, in contrapposizione con Iaquinta, pesante e sempre come le spalle alla porta. Pirlo è il metronomo che cerca di far rispettare i tempi. Due a caso; di quelli che risolvono le partite. Come al 40' quando il regista del Milan pennella proprio per il piccolo attaccante che devia in rete per l'1-0. Forte del vantaggio gli azzurri possono permettersi il lusso di giocare una ripresa con giudizio. E con un pizzico di autorità, perché Di Natale potrebbe fare il bis sull'invito dalla destra di Iaquinta dopo soli due minuti. Ma l'Ucraina non è sparita dal campo. La squadra di Blokhin produce gioco sull'onda dell'orgoglio, perché, tutto sommato, è avversario abbordabile con molti limiti: difesa rivedibile. Pressa e cerca di creare confusione davanti a Buffon, anche se è con la classe, al 4', che Sheva, sempre e solo lui, obbliga il portiere della Nazionale alla grande respinta con un diagonale griffato. Ci può stare. Blokhin non molla e fa due cambi: Voronin per Kalinichenko e Glady per Nazarenko, mentre Aquilani prende il posto dell'irriconoscibile Perrotta. Ma è un partita di basso profilo, dove l'Italia bada a mantenere il vantaggio, con la consapevolezza di essere superiore all'Ucraina, sottovalutando fin troppo l'avversario. Al 23' Sheva obbliga Buffon al miracolo sfruttando il primo errore di Barzagli, ma non sbaglia al 27' quando trova uno spazio in area e in girata agguanta il pareggio.
GOL PESANTE - Nuvole nere si addensano sugli azzurri, ma l'Italia ha il pregio di reagire. E a conferma che le scelte di Donadoni questa volta sono quelle giuste, Ambrosini conquista una palla a centrocampo sull'errore di Voronin e lancia perfettamente Di Natale che in solitudine ha tutto il tempo per trovare l'angolo giusto e infilare il 2-1. Il gol che scatena l'entusiasmo di Donadoni e degli azzurri che fanno cerchio; un po' come dire che il gruppo è rimasto intatto.
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Italia, tre punti e poco più

Gli azzurri superano la Georgia 2-0 grazie a un gol per tempo di Pirlo e Grosso e si confermano seconda forza del girone B. Buon primo tempo, ripresa più opaca e priva di emozioni. Buffon inoperoso. Toni colpisce un palo

GENOVA, 13 ottobre 2007 - La classe operaia di Donadoni va in paradiso. Solo due gol dividono alla fine Italia e Georgia. A tenere in corsa la Nazionale ci pensano Andrea Pirlo, con una punizione impeccabile allo scadere del primo tempo, e Fabio Grosso nella ripresa. Tre punti fondamentali che permettono agli azzurri (23 punti) di mantenere il passo in classifica, tra Scozia (24) e Francia (22). Ma che fatica addomesticare la Georgia, squadra in crescita e alla ricerca di un'identità, che mercoledì a Tbilisi darà sicuramente del filo da torcere agli scozzesi.
TOCCA A QUAGLIARELLA - Restavano da decidere due mosse. Roberto Donadoni le risolve preferendo Grosso a Chiellini in difesa e, gioco forza, schierando Quagliarella dopo il forfait di Iaquinta, a completare il tridente con Toni e Di Natale. Di fronte una Georgia illeggibile, non tanto per la difficile pronuncia dei nomi, ma per l'inattendibile disposizione in campo. Una sorta di mischione, quasi sempre compatto davanti al portiere Lomaia, che sfrutta l'improvvisazione in fase offensiva, non potendo contare su individualità tecniche.
AMBROSINI IMPLACABILE - La trequarti della Georgia è così affollata da complicare la vita agli azzurri, spesso troppo precipitosi nella ricerca del gol. La Nazionale ci mette del suo, facendosi intrappolare in un catenaccio molto efficace, per nulla facile da scardinare. Il primo tempo vive soprattutto sul lavoro e la straordinaria abnegazione di Ambrosini, lucido e implacabile quando c'è da rilanciare l'azione e sempre pronto a coprire la difesa quando i georgiani cercano di impensierire la nostra difesa.
IL PALO DI TONI - La prima sortita è di Quagliarella con un tiro da 25 metri al 9', ma per vedere la prima vera azione da gol bisogna attendere il 27'. Incredibile il palo colpito da Toni sull'invenzione di Di Natale. E il "bavarese" si ripete al 31' deviando di testa, oltre la traversa, la punizione calciata da Pirlo. Ma l'Italia di Marassi vive anche sui prodigi di Totò Di Natale. Strepitoso nella manovra, guizzante e a tratti incontenibile. L'attaccante inventa, cerca i compagni di reparto, regala rabone e sfiora anche la rete al 37' scaraventando oltre la traversa.
IL TOCCO DI PIRLO - Con una Georgia così tosta e chiusa, a caccia di un pareggio prestigioso ma anche più veloce e più forte fisicamente, servirebbero più attenzione e quella pazienza predicata da Donadoni. Ci pensa così Pirlo, tra l'altro in una serata di ordinaria amministrazione, a dare la svolta con una punizione magistrale al 44', che sorprende lo sprovveduto Lomaia, bravo però a deviare oltre la traversa 2' dopo un nuovo calcio piazzato del rossonero.
FATICA - Non è comunque l'Italia sognata dal commissario tecnico, perché nella ripresa la storia si ripete. Troppe le pecche della Nazionale. Da Quagliarella, spaesato e poco in sintonia nel tridente, a Oddo che non ne azzecca una e si fa anche ammonire per uno fallo evitabile. La Georgia nel suo piccolo fa quello che può, limitando sempre gli spazi agli azzurri che sbagliano molto. Toppmoller, che ha sposato la linea della nuova generazione, al 16' inserisce il sedicenne di belle speranze Kenia, già acquistato dallo Schalke 04, e Siradze; fuori il diciassettenne dell'Empoli Mchedlidze e Shashashvili. Donadoni aspetta il 26' per cambiare Quagliarella con Foggia, e al 29' è ancora Toni a vedersi negato il gol da uno strano intervento di Lomaia.
RIECCO GROSSO - Il bomber del Bayern rimedia al 40' servendo a Grosso la palla che il difensore non può rifiutarsi di mettere in rete. E' il gol che blinda il risultato e che ci permette di pensare a Glasgow con più fiducia.
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Buffon duro: "Qualcuno camminava"
"Sfilacciati in campo e poco brillanti"

La vittoria era obbligatoria, il bel gioco no. L'Italia esce dalla gara con la Georgia forte dei tre punti, ma secondo Gianluigi Buffon non si è dimostrata all'altezza della sua fama. L'accusa è di quelle forti: "In campo eravamo sfilacciati - ha commentato il portiere - Siamo stati meno brillanti che in altre occasioni". Presto spiegato il motivo: "In campo qualcuno correva e faceva pressing, altri camminavano".

Il successo tiene in corsa gli azzurri per la qualificazione ad Euro 2008. A causa delle vittorie di Francia e Scozia, nulla è cambiato in classifica. A Glasgow occorrerà, dunque, vincere, per essere al riparo da brutte sorprese e restare fuori, da campioni del mondo, dalla rassegna continentale. Servirà, tuttavia, un'altra Italia ad Hampden Park, questo è il pensiero di Gianluigi Buffon emerso nel dopo gara con la Georgia. Il portiere, nell'occasione anche capitano azzurro, ha usato parole dure nei confronti della squadra, bacchettando qualche suo compagno, a suo dire, non totalmente impegnato nella contesa. "Ho visto una squadra sfilacciata - ha commentato - Non brillante come in altre circostanze".

Il motivo secondo il portiere è lo spirito di sacrificio che è mancato in qualcuno, reo di non aver dato alla causa quel contributo di dinamismo e sudore che normalmente ci si aspetta: "C'era qualcuno che correva e faceva pressing - ha spiegato - Altri camminavano". Dunque un'accusa precisa da parte del numero 1 azzurro che, poi, sulla classifica ha attaccato: "E' incredibile, rischiamo di non qualificarci con 27-28 punti". Con la Scozia serve assolutamente un successo: "Zambrotta, Cannavaro e Del Piero potranno darci una mano". Ma servirà un'Italia diversa.
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