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Vangelo della domenica

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2006 15:10
16/07/2006 09:20
 
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Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.
E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

E' buffo pensare che da li da quell'invito sono partite molte delle tradizioni che esistono ancora oggi visitare gli infermi e i moribondi per es... entrare nelle case per benedirle ecc...
Forse la povertà non è più quella indicata da Gesù ma non si può avere tutto a più di 2000 anni di distanza.
16/07/2006 12:56
 
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nella mia parrocchia dei Cappuccini, ogni domenica, al termine della messa , qualcuno legge una preghiera, che rispecchia il vangelo del giorno . In questa domenica hanno letto:

""I dodici nn furono apostoli perchè stavano sempre
appiccicati al tuo vestito, Signore,
ma perchè andarono ovunque ad annunziare il tuo vangelo.

Non basta averti nel cuore:dobbiamo comunicare te agli altri.

Così anche noi siamo da te mandati a seminare la tua parola.

Ci mandi per le strade rumorose delle nostre città,
per i sentieri solitari dei monti,nei palazzi dalle porte ferrate e nei tuguri della miseria nera,
negli ospedali e nelle scuole,nelle officine e nelle stazioni.

Ci mandi ad offrire la tua parola che sa di pace e di perdono
di fraternità e di amore.

Ovunque e sempre Signore, siamo in missione non per conquistare la gente ma per far conoscere, nel rispetto della libertà di ogni coscienza, la tua proposta di salvezza, che cambia la faccia della terra inaugurando la civiltà dell'amore.

Fa Signore, che non ci stanchiamo e che nn perdiamo mai il coraggio della speranza anche se qualcuno ci sbatterà la sua porta in faccia.

amen


[SM=x659981]


e ....grazie spirito per avermi dato questa opportunità!!!

[SM=x660029]
17/07/2006 08:31
 
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davvero grazie per il vangelo
e per la bellissima preghiera sarebbe bellissimo continuare quest'abitudine per arrivare preparati meglio alla messa domenicale.
Che ne dite?? [SM=x660050]
17/07/2006 20:41
 
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Grazie !

Grazie Gigio
vist che lo fate ogni domenica ..... perchè non ce ne fai un "regalo" settimanale: se poi ..... potessi darcela in anticipo .... a me potrebbe servire moltissimo per .... preparare l'omelia.
Se puoi ..... GRAZIE
28/07/2006 17:06
 
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Dal Vangelo secondo Giovanni (6,1-15)


In quel tempo, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.
Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?".
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.
Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.
E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!". Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

28/07/2006 17:15
 
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una questione di fede...
Ci capita spesso di riconoscere il nostro egoismo: non è infatti difficile vedere come siamo attaccati alle nostre cose, nella paura che queste ci sfuggano lasciandoci senza il necessario per vivere. Accade così che ci ritroviamo sempre più incapaci di donare: facilmente viviamo con freddezza il nostro rapporto con gli altri, e così i gesti gratuiti diventano sempre più rari.
Eppure non è solo l'egoismo a produrre una simile situazione. Tante volte c'è una ragione più sottile, una ragione che sta alla base dello stesso egoismo. Spesso è infatti la sfiducia che ci rende incapaci di donare: la sfiducia, e cioè il timore di essere comunque inutili per gli altri. Perché davanti alle attese degli altri, vediamo subito la miseria di ciò che abbiamo e di ciò che siamo: e così ci passa ogni voglia di donare; la stessa parola "dono" ci appare eccessiva rispetto a quanto noi possiamo dare ed essere per gli altri.
Pensiamo, ad esempio, all'atteggiamento che facilmente i genitori assumono nei confronti dei figli, in particolare dei figli adolescenti. Il padre e la madre spesso temono di apparire insufficienti agli occhi dei figli: hanno cioè paura di non essere all'altezza del loro compito educativo. E così sono tentati di rinunciare ad un simile compito: infatti, come può essere sufficiente la loro opera di genitori davanti alla contrastante complessità del nostro mondo moderno?
Tale domanda è molto simile a quella che sentiamo fare da Andrea nel racconto evangelico di domenica (Gv 6,1-15): «c'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci: ma che cos'è questo per tanta gente?». Appunto: che cosa sono cinque pani d'orzo e due pesci per cinquemila persone? Che cos'è l'impegno educativo di un genitore per un figlio adolescente che è ammagliato da mille voci? Che cosa sono i nostri doni davanti alle smisurate attese degli altri? «Che cos'è questo per tanta gente?».
La risposta di Gesù non si fa attendere, ed è capace di rovesciare la sfiducia nascosta nelle parole di Andrea. «Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero». Sì, cinque pani d'orzo e due pesci sono sufficienti per sfamare cinquemila persone. L'impegno educativo di un genitore è sufficiente per sostenere la crescita di un figlio adolescente. I nostri doni sono sufficienti per rendere più bella la vita degli altri. Insufficiente semmai è la nostra fede: in essa certo abbiamo bisogno di crescere... [SM=x659871]
23/08/2006 17:44
 
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Domenica 27 agosto
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? E' lo Spirito che da' la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».
Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
23/08/2006 17:51
 
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Il Signore è vicino a chi lo serve
Quando si cammina in montagna, o si pedala su una pista impegnativa, c'è sempre qualcuno, che non conosce la meta che rivolge a chi è più esperto la fatidica domanda: "Ma quanto manca?", accompagnando con altre richieste – obiezioni: "Ma non si poteva arrivare in pullman? Chi me lo ha fatto fare?"... Chi guida il viaggio si trova davanti alla scelta: gli racconto la verità, con il rischio di spaventarli e vedere che mi si bloccano, oppure li rassicuro che "manca poco", "siamo quasi arrivati"?
Gesù si era incamminato su una strada impegnativa, stava raggiungendo la meta. I miracoli sono soprattutto l'inizio della sua missione, un annuncio della tenerezza di Dio, un modo che dice come Dio non abbandona il suo popolo. Le parabole sono racconti facili, con delle spiegazione impegnative, ma di solito alla portata di quasi tutti. Poi Gesù comincia a mostrare con chiarezza dove tendono i suoi propositi, quale meta ha scelto per se stesso e per chi vuole essere suo discepolo.
Alla folla che lo seguiva, tanto desiderosa di ascoltare le sue parole da dimenticarsi il cibo, lui prima dona il pane e il pesce che li sostiene e di incoraggia, poi si concentra sui discorsi. Hanno mangiato un pane straordinario per numero: così abbondante da avanzarne. Ora ricevono un pane straordinario per qualità: lui stesso è il Pane vivo disceso dal cielo, la vera manna, il dono di Dio per il suo popolo...
E si scopre che la gente che lo seguiva bene nel primo tratto del percorso, lo contesta subito dopo, quando il cammino comincia a diventare impegnativo ed esigente.
È il momento in cui anche Gesù deve scegliere: può rinunciare alla sua meta e deviare per un sentiero facile, ma che non porta la vera salvezza.
Oppure può continuare per la sua strada, chiedendo di fidarsi di lui a chi vuole veramente diventare suo discepolo.
Sarà questa seconda la scelta che lui compie: non rinuncia a raggiungere la meta, anche sapendo che questo chiederà tanto a lui, quanto a chi decide di seguirlo, una fatica non comune. Ma sa che altrettanto grande sarà la soddisfazione...un po' come quando si scopre il panorama impagabile che la vetta, faticosamente raggiunta, offre a chi non ha rinunciato, preferendo di restare tranquillo in basso. Gesù è così deciso che rischia di restare da solo, mostrando il coraggio di poter rinunciare anche ai Dodici, pur di non annacquare la sua proposta. Infatti proprio lui aveva trasformato l'acqua della prima alleanza, nel vino, e molto buono, della nuova ed eterna. Non torna indietro.

È bello assistere a scelte impegnative, fin che sono altri a doverle compiere. È bello raccontare di gesti "eroici"...mentre siamo spettatori. Arriva però il momento in cui noi stessi siamo chiamati a decidere.
Come per i Dodici, così anche per noi Gesù ha in serbo la domanda: "Volete andarvene!?". Che possiamo tradurre anche: "Da che parte state?", "Volete essere miei discepoli anche adesso che la strada comincia a salire, e la fatica si fa sentire?".
Il tutto si gioca, secondo me, sul fatto che possiamo contare su alcuni compagni di viaggio, di cui ci fidiamo, che ci incoraggiano e sostengono. Sono loro che ci danno la possibilità di non staccarsi proprio sul più bello. E arrivare così alla meta con Gesù.
27/08/2006 16:21
 
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domenica 27 agosto
dal vangelo secondo giovanni
In quel tempo, molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: ""Questo linguaggio è duro:chi può interderlo?"" Gesù, conoscendo dentro di sè che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro:"Questo vi scadalizza? E se vedeste il Figlio dell'Uomo salire là dove era prima? E' lo Spirito che dà la vita, la carne nn giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni fra voi che nn credono. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.
E continuò ""Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio. Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e nn andavano più con Lui. Disse allora Gesù ai Dodici ""Forse anche voi volete andarvene? ""Gli rispose Simon Pietro :"" Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio.""



preghiera:

La tua parola ha suscitato scandalo,
ha sconcertato e disorientato
coloro che nn sopportano
un messaggio così ardito.
Eppure Gesù tu nn vieni a patti
con quanti non ti accettano più,
con quanti ora si rifiutano
di venirti dietro, di seguirti.

Non correggi il tiro,
non smussi gli angoli,
nn togli le asperità...
Anzi, nn trattieni neppure i tuoi
quelli che stanno con te da tanto tempo.
Li lasci liberi di andarsene
se non condividono più la tua proposta,
tu sei disposto anche a rimanere solo
ma nn puoi annacquare quello che hai detto.

E' inusuale per noi Signore,
questo tuo atteggiamento,
per noi che siamo continuamente
alla ricerca del consenso, di appoggi,
per noi ossessionati dai sondaggi d'opinione,
dall'umore della gente,
dai suoi gusti,dalle sue intenzioni .
Eppure, Signore la tua verità nn può essere
sottomessa a edulcorazioni,
sottomessa ai pareri e alle attese della folla.

E' per questo che tu rimani incrollabile,
disposto a pagare il prezzo del profeta inascoltato.
del maestro abbandonato da tutti.


solo per te sasà !!! Ti chiedo perdono !! Il tempo lo sai come è , sto viaggiando , il Mondo è grande da vedere ed il mio tempo poco, e mi sono dimenticato di inviarti le preghiere. lo farò da sabato prossimo, per e-mail. Scusami di nuovo.


[SM=x659869]
28/08/2006 07:15
 
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Gigio vogliamo leggerle anche noi le preghiere
metticele qua così ci prepariamo assieme meglio per la messa domenicale! [SM=x659952] [SM=x659966]
30/08/2006 09:41
 
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[SM=x659862]

Ottima idea !!!!!!!!!

Farò come tu dici .....mia signora e padrona!!!!!!! [SM=x660001]



[SM=x660014]
30/08/2006 19:11
 
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anche a me piacerebbe leggerle
[SM=x659860] sto ancora ridendo per come hai chiamato nucleo!! [SM=x660059]
02/09/2006 18:29
 
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domenica 3 settembre 2006
Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame -, quei farisei e scribi lo interrogarono : ""Perchè i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?"" Ed egli rispose loro :"" Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come stà scritto : "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me". Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.""
Chiamata di nuovo la folla, Gesù diceva loro :"" Ascoltatemi tutti ed intendetemi bene : non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo ; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: prostituzioni, furti, adulterii,cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo.""



Preghiera

Tu smascheri, Signore, la nostra ipocrisia:
attenti alle più scrupolose norme di igiene
ignoriamo ciò che sporca in profondità,
la cattiveria che ha attecchito nel nostro cuore
e genera parole che feriscono,
gesti che offendono ed umiliano,
progetti che mirano ad approfittare
dell'ingenuo e dello spovveduto,
del povero e del debole.
Non è qualche nuovo docciaschiuma
che potrà liberarci
da questo male che inquina
il nostro sguardo e la nostra intelligenza,
il nostro animo e la nostra volontà !

Tu riduci a nulla i nostri facili allarmismi
di fronte alla violenza che dilaga,
di fronte alla sicurezza in pericolo,
di fronte alle imprese quotidiane
della piccola e grande criminalità.
Il vero pericolo, quello su cui si devono
concentrare i nostri sforzi,
non è rappresentato dal male che riceviamo,
ma da quello che commettiamo:
dai tradimenti e dalle infedeltà che attentano
alle realtà più nobili e sante,
dalla menzogna diventata strumento abituale
per convincere e sedurre,
dalla corruzione che intacca
la possibilità di una vita civile,
in cui la giustizia è sostenuta e difesa.

Tu, Gesù, non puoi accettare
che sputiamo il moscerino
e ingoiamo il cammello
per questo ci metti in guardia
da ciò che può veramente rovinarci.


[SM=x659872]



02/09/2006 20:11
 
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[SM=x660038] per il vangelo e per la preghiera [SM=x659866]
09/09/2006 17:02
 
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Domenica 10 settembre
“Portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”.
Un susseguirsi di azioni semplici anche se inusuali… pochi secondi e non un rito di ore… una sola parola e non uno sproloquio infinito… è così che passa il dono, la vita di Dio!
Poche azioni, un’unica parola che però meritano un attenzione particolare perché dicono qualcosa anche di noi, di me e della mia vita…
“Portandolo in disparte lontano dalla folla”. Gesù lo porta in disparte, lontano dalla folla: lontano, da soli loro due, perché ciò che accade è qualcosa di personale, che riguarda il rapporto personale con Gesù… Gesù dice così tutta l’attenzione e la premura che Dio ha nei confronti dei suoi figli! Tu sei prezioso ai miei occhi, sei prezioso e io ti amo!
“Gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua”. È proprio dell’evangelista Marco sottolineare il fatto che Gesù tocchi le persone, a dire che Egli coinvolge tutto se stesso, tutta la sua umanità con l’umanità ferita e malata: ed ecco che le dita poste negli orecchi chiusi sembrano volerle aprire… e così la saliva che tocca la lingua del muto richiama la comunicazione del respiro, di una nuova vita.
“Guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro”. Gli occhi alzati al cielo che dicono un atteggiamento di relazione buona con Dio, una grande atto di fiducia e di orientamento al Padre… e poi il sospiro, quel sospiro, simile a quello di tanti che soffrono, un’invocazione orante che nasce dal profondo del cuore e dell’essere di Gesù.
“Portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro”: gesti che esprimono tutta la partecipazione di Gesù alla condizione miserevole dell’uomo che gli sta davanti, dicono la passione de Gesù, la passione di Dio per l’uomo!
E poi una parola, un’unica parola: “Effata!” Una parola che l’evangelista conserva fedelmente nel suo scrivere: Marco la riporta nell’originale aramaico, “Effata”, quasi a conservarne la potenza creatrice e ad evocarne il fascino, e poi la traduce in greco, “Apriti”. La parola di Gesù non è una formula magica ma è la parola della creazione, una creazione nuova che Gesù pone in atto liberando dall’infermità la sua creatura. “Apriti”: è una parola forte che Gesù dice all’uomo sordomuto che è come chiuso in una tomba interiore perché non comunica… “Effata, apriti”: qui c’è qualcuno che ti vuole parlare e ti vuole ascoltare, tu non sei solo, non sei più solo: ora sei una possibilità meravigliosa di parola, di dialogo,di amicizia, di vita, apriti e vivi riconciliato con la vita!!!
“E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.” Ed ecco che la Parola di Gesù si compie e compie anche l’antica profezia che abbiamo sentito risuonare nella prima lettura, bellissime le parole di Isaia: “Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio […] Egli viene a salvarvi”. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.”
E il deserto diventa giardino, e la vita fiorisce… fiorisce perché ora è vita con Dio!
Ma c’è un ultimo particolare che è interessante notare: “Gesù, di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidóne, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli.” Gesù compie questo miracolo nella regione pagana di Tiro: operare in quella terra il miracolo significa l’apertura universale del Vangelo: ogni uomo e ogni donna, ovunque essi abitino e a qualunque cultura appartengano, possono essere raggiunti dalla Parola di Dio e toccati dalla Sua misericordia. E l’azione di Gesù travalica anche il tempo, è qualcosa che ci coinvolge, la Parola e i gesti di Gesù raggiungono anche noi… È accaduto per noi nel giorno del nostro Battesimo quando il sacerdote ha fatto su di noi esattamente quello che Gesù compie sul sordomuto: toccandoci le orecchie e la bocca, il sacerdote ci ha detto: “Il Signore ti conceda di ascoltare presto la sua Parola e di professare la tua fede”. E la nostra vita si è aperta al mistero di Dio!
09/09/2006 17:12
 
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vangelo del 10 settembre 2006
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli. E gli condussero un sordomuto pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo emise un sospiro e disse: ""Effatà"" cioè "Apriti" . E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano :"Ha fatto bene ogni cosa; fà udire i sordi e fa parlare i muti"":


preghiera:

Un gesto il tuo, Gesù,
che conclude ancor oggi
la liturgia del battesimo,
un gesto che ci mette davanti
a ciò che blocca seriamente
la nostra possibilità di entrare
in una relazione autentica con te.

Non cè infatti nulla di peggiore
della nostra sordità invincibile,
quando le orecchie sono tappate
in modo ermetico
e non lasciano passare la tua parole,
quando siamo talmente
ripiegati su noi stessi
sui nostri interessi e i nostri progetti
che il tuo messaggio non riesce
neppure a filtrare oltre le spesse mura
della nostra fortezza.

Non c'è nulla di più desolante
del nostro insanabile mutismo,
della nostra incapacità di proferire
parole autentiche dotate di peso specifico
parole limpide, parole sincere,
parole che dimostrano
la nostra apertura verso di te,
il nostro desiderio
la nostra gratitudine.

Signore Gesù, non abbandonarci
al nostro terribile isolamento,
alla nostra desolante infelicità:
infrangi le catene
che noi ci siamo costruite.

16/09/2006 18:30
 
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Domenica 17 settembre
Gesù dopo aver interrogato i discepoli su chi è lui inizia a parlare della sua passione ed ecco Pietro fermarlo per dirgli come evitare tutto questo. Che tentazione!

Il problema sta tutto qui: che tu, Pietro, tu, discepolo, tu uomo di ogni tempo non pensi secondo Dio, anzi vuoi imporre a Dio il tuo modo di pensare… Devi imparare a metterti dietro di me! “Lungi da me, satana!”: la traduzione italiana, anche se suggestiva, non rende correttamente il senso del testo greco che significa, letteralmente, “mettiti dietro di me”. Mettiti dietro di me e percorri la mia strada, mettiti dietro di me e segui i miei passi, mettiti dietro di me ed entra nel mio cuore, nella mia logica che è il dono, il dono della vita per amore!
Mettiti dietro: “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” Sono parole difficili da accettare, queste, per noi, in un contesto dove le parole croce, rinuncia, sacrificio sembrano essere state cancellate dal nostro vocabolario, in un contesto dove siamo abituati al tutto e subito senza fare grandi fatiche!
Gesù oggi ci ricorda che questi aspetti fanno parte della vita concreta di ogni essere umano: sono faticosi da accettare e da vivere la ma sua esistenza ha dato loro un senso nuovo e profondo… “chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà”. È la logica del dono, e ora tocca a noi, tocca a noi perdere la vita ovvero donarla!
Donare la vita è riconoscere che essa non è nostra proprietà esclusiva, donare la vita è riconoscere che essa deve essere spesa per gli altri: il nostro tempo, la nostra forza, la nostra salute ci sono donate perché noi le mettiamo a frutto e le condividiamo con gli altri. Sono pronto a diventare dono??
20/09/2006 00:02
 
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Trionfalismi.
[SM=x659894]
Ho letto questa riflessione... Che ve ne pare?

Agli Apostoli ubriachi di successi, miracoli e guarigioni, Gesù pone una domanda semplice, per conoscere quello che gli altri hanno capito di Lui e del mistero che porta in sé. Perché é molto facile rimanere in superficie specie quando si ha a che fare con cose più grandi di noi stessi, come i miracoli.
“Chi dice la gente che io sia?”
Aleggiava ancora nell’aria la presenza coraggiosa del Battista, l’uomo autentico, temuto da Erode, ma stroncato nella sua missione dall’intervento vendicativo della madre di Salomè, per cui nulla di più strano che qualcuno pensasse che in Gesù questi fosse ritornato. Altri poi non trovando una persona di pari spessore scomodano perfino Elia, il Profeta rapito in cielo. Altri ancora, riconoscendo in Lui una potenza che non poteva dipendere che da Dio, lo dicono profeta.
“Ma voi chi dite che io sia?” Troppo ovvia questa domanda per coloro che sono abbagliati dal successo. Cosa vuoi che rispondano quelli che non sanno chiuder bocca di fronte alla folla pressante, alla richiesta di guarigioni, alle insistenti domande di avvicinare il maestro.
E Pietro, temendo che a qualcuno possa sfuggire un titolo minore, interviene di getto, sicuro di far centro: “Tu sei il Cristo!” [SM=x659929] Gesù lo promuove imponendogli di non rivelarlo. Il perché lo spiega dopo, perché neppure lui sa che cosa significhi e comporti. E infatti toccherà allo stesso Pietro, promosso alla prima domanda, ricevere un rimprovero tanto squalificante da essere chiamato perfino Satana. Proprio come colui che aveva tentato, all’inizio della sua vita pubblica, di distoglierlo ugualmente con le lusinghe di trionfalismi, di miracoli e di dominio.
Pietro aveva risposto bene, ma il suo cuore era ancora legato alla gloria e alla folla. Del resto tutti attendevano un Messia trionfante e lui l’aveva trovato ed era certo che non ci poteva essere di meglio.
“Così vai proprio bene! Continua così!” – gli aveva detto in altri termini. [SM=x659928]
Ma quando Gesù fa presente che Dio vince in umiltà e che la sua espressione più autentica non era quella della gloria, ma della sofferenza, della croce e della morte, i conti non tornano più.
“Ma come? Io ti auguro il successo e tu mi chiami Satana? [SM=x659941] Io ti esprimo il mio bene auspicandoti carriera e tu? Io ti porto gli amici perché la folla sia sempre più numerosa e tu?”
“Pietro, non è la folla il segno della retta strada, ma il convincimento di ciascuno a seguire ed accettare la propria situazione”. Nella folla i più sono i curiosi, i superficiali, quelli che si lasciano travolgere dalla emotività della massa, e che godono del numero e non della qualità.
Che brutta tentazione i numeri, confortano, ma spesso illudono.
Il mondo vince contando voti e consensi, Dio vince guardando le intenzioni e purificando i singoli (… stolto, questa notte dovrai morire… Lc. 12,20).
Il mondo vince dominando e assoggettando, Dio vince servendo (…ho lavato i vostri piedi …Gv.13,14; … chi governa sia come colui che serve… Lc.22,26).
Il mondo scende in piazza e fa proteste per cambiare le esteriorità, Dio scende nei cuori e protestando contro il comportamento personale, lo cambia (… perché vedi la pagliuzza nell’occhio del fratello e non la trave nel tuo?…Mt.7,3).
Il mondo si vanta dei successi, Dio invita all’umiltà e accetta le sconfitte. (Beati quando vi perseguiteranno e mentendo…Mt.5,11).
Non l’ha capito Pietro, non l’hanno capito gli Apostoli, non l’abbiamo capito noi che contiamo e ricontiamo le nostre schiere e sogniamo ancora una Chiesa stipata di gente, come quelle carrette del mare che portano i profughi verso la libertà, senza preoccuparci di far capir loro che la salvezza non è un semplice imbarcarsi per non morire, ma un “imbarcarsi” in una avventura di generosità nella quale si ha la sensazione di morire perché si lotta contro se stesso e poi ci si scopre più vivi.
Dio, quanto è difficile accettare una religiosità interiore fatta di povertà e di silenzio, che tu chiami croce.
Abbiamo già stentato a rassegnarci alla tua sconfitta, credici, non ne vorremmo altre, specie sulla nostra pelle.
Ma non basta un Eroe a giustificare i vili.
[SM=x659897]
20/09/2006 01:06
 
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.....mi scuso con tutti, ma sabato e domenica sono stato fuori e nn ho potuto postare il vangelo. Però sia Mir che kiri, vi hanno provveduto benissimo.!!!!

Mi piacciono i commenti fatti e vi ringrazio. Vorrei però , se nn ti dispiace kiri, fare una precisazione su ciò che Pietro ha risposto alla domanda di Gesù su chi credevano lui fosse. Pietro ha risposto in modo esatto, ma nn l'ha "buttata là" , "temendo che a qualcuno possa sfuggire un titolo minore" .La risposta ,come Matteo precisa nel suo vangelo cap.16 (17-1[SM=g27989] le è stata suggerita da Dio stesso ""Beato te, Simone, figlio di Giona, perchè non la carne, nè il sangue ti ha rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli....""
21/09/2006 15:08
 
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[SM=x659925] a tutti per il bel lavoro che state facendo Kiri ho davvero molto apprezzato il tuo punto di vista e spero di leggerti ancora!
[SM=x660033]
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