Fra ieri e oggi abbiamo letto tanti fraintendimenti sull’omelia del Papa del 10 settembre scorso in Germania. L’omelia è invece bellissima.
Ecco qualche frase del Papa: “Esiste una debolezza d'udito nei confronti di Dio di cui soffriamo specialmente in questo nostro tempo. Noi, semplicemente, non riusciamo più a sentirlo – sono troppe le frequenze diverse che occupano i nostri orecchi. Quello che si dice di Lui ci sembra pre-scientifico, non più adatto al nostro tempo. Con la debolezza d'udito o addirittura la sordità nei confronti di Dio si perde naturalmente anche la nostra capacità di parlare con Lui o a Lui. Così, però, viene a mancarci una percezione decisiva. I nostri sensi interiori corrono il pericolo di spegnersi. Con il venir meno di questa percezione viene però circoscritto poi in modo drastico e pericoloso il raggio del nostro rapporto con la realtà. L'orizzonte della nostra vita si riduce in modo preoccupante”. Non sentire Dio, non poterGli parlare, non poterne parlare agli altri. Come fare per superare questa sordità interiore e questa afasia? In primis, partendo dalla consapevolezza di questa mancanza, partendo con qualcosa di concretamente divino come il sacramento del Battesimo: “Il Battesimo dischiude un cammino.Ci introduce nella comunità di coloro che sono capaci di ascoltare e di parlare; ci introduce nella comunione con Gesù stesso che, unico, ha visto Dio e quindi ha potuto parlare di Lui (cfr Gv 1,1
: mediante la fede, Gesù vuole condividere con noi il suo vedere Dio, il suo ascoltare il Padre e parlare con Lui. Il cammino dell'essere battezzati deve diventare un processo di sviluppo progressivo, nel quale noi cresciamo nella vita di comunione con Dio, raggiungendo così anche uno sguardo diverso sull'uomo e sulla creazione”. L’acutezza dei sensi interiori conduce allo sguardo proprio della fede, che è uno sguardo d’amore.