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Italia, buona partenza

Esordio convincente in Coppa del Mondo in Giappone per le azzurre che battono la Thailandia mettendo in mostra una condizione decisamente buona. Piccinini compresa, al rientro in Nazionale dopo quasi un anno

TOKYO (Giappone), 2 novembre 2007 - Che non fosse un esordio terrificante già lo si sapeva, ma le azzurre lo hanno reso ancora più facile, grazie a una prestazione convincente e solida. Con un’unica "incertezza" proprio all’inizio del match, quando la Thailandia si è portata in vantaggio 3-0. Molto meno che un fuoco di paglia, in un paio di scambi l’Italia si è ripresa e ha scavato un solco più profondo della Fossa delle Marianne, secondo il copione che vuole molto distante la squadra che si è piazzata terza ai campionati asiatici e quella che ha stravinto il titolo europeo perdendo nel corso di 8 partite, solo due set. Massimo Barbolini ha mandato in campo proprio la formazione che aveva superato la Serbia, 32 giorni fa, in Lussemburgo, nella finale del torneo continentale: Lo Bianco in palleggio, Aguero opposta, Del Core e Secolo schiacciatrici, Barazza e Gioli centrali, Cardullo libero.
RIECCO PICCININI - Ben presto il match ha perso interesse (sotto il profilo del punteggio, grazie anche a "filotti" devastanti di battute azzurre), ma i molti giapponesi presenti al Metropolitan Gymnasium (per vedere la terza partita, quella delle padrone di casa, è annunciato anche il principe ereditario Naruhito), si sono comunque entusiasmati per le belle giocate (soprattutto in difesa) messe in mostra dalla nazionale italiana, che nel terzo parziale ha dato spazio anche alla "panchina". Francesca Piccinini è entrata in campo al posto di Antonella Del Core riprendendo confidenza così con una partita vera. Amichevoli a parte non giocava in nazionale da quasi un anno, quando sempre in Giappone, aveva chiuso al quarto posto il Mondiale. Altri tempi e altra Italia, verrebbe da dire, quello che resta uguale è il palazzo dello sport. In questo impianto (è un dato abbastanza curioso) la nazionale azzurra ha conquistato entrambe le qualificazioni olimpiche della sua storia, la prima nel maggio del 2000, la seconda nel maggio di quattro anni più tardi. Sembrerebbe un segnale di buon auspicio, partita d’esordio a parte, ma questa volta il torneo è diverso rispetto a quelli di allora e fra due giorni dopo aver affrontato Repubblica Dominicana e Sud Corea, ci si sposterà a Osaka. Altro giro, altri avversari, cercando la terza qualificazione olimpica.
Italia-Thailandia 3-0 (25-14, 25-14, 25-16)
ITALIA: Secolo 8, Barazza 10, Aguero 14, Del Core 9, Lo Bianco 3, Gioli 9, Cardullo (L), Piccinini 5. Non entrate: Ortolani, Anzanello, Guiggi, Ferretti. Allenatore: Barbolini
THAILANDIA: Thinkaow 4, Sittirak 5, Sanuanram, Khanan 8, Kanthong 6, Tomkom 1, Buakaew (L), Paladsrichuay 5, Apinyapong W. 8, Koijapo, Apinyapong K. Non entrate: Hyapha. Allenatore: Nataphon.
ARBITRI: Medina Guzman (Cub) e Tano (Gia).
NOTE: Spettatori: 3500. Durata set: 18', 18', 18'. Totale 58'. Italia: bv 5, bs 4, mv 14, er 3; Thailandia: bv 1, bs 9, mv 2, er 8.



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Azzurre implacabili

Alla coppa del Mondo un altro 3-0 per le ragazze di Barbolini: contro la Repubblica Dominicana un'ottima prova di un gruppo che fa di battuta e difesa le sue armi migliori. Domani la Sud Corea

TOKYO (Giappone), 3 novembre 2007 - Cambiano le avversarie, cambiano i continenti da cui provengono, cambia ovviamente il modo di giocare, non il risultato finale delle partite. Dalla Thailandia alla Repubblica Dominicana l’Italia resta padrona del campo anche dopo la seconda giornata di coppa del Mondo 2007. Anche in questo caso il risultato non è stato mai in discussione (Italia–Rep. Dominicana 3-0: 25-17, 25-16, 25-17), ugualmente scontato alla fine del match.
GRANDE PICCININI - Il c.t. azzurro Massimo Barbolini manda in campo Francesca Piccinini al posto di Manuela Secolo nella formazione di partenza e la schiacciatrice della Foppapedretti Bergamo fornisce una grande prestazione in attacco e difesa. Ma ancora una volta è tutta l’Italia a fare una gran bella figura, bloccando sul nascere le velleità della squadra centroamericana e non perdendo la concentrazione (non è poi così scontato) anche quando la differenza in campo si è fatta più netta. Battuta e difesa sono state le armi devastanti usate per scardinare il mix di gioventù ed esperienza messo in campo dal tecnico caraibico, Beato Miguel Cruz. Il quale durante la gara non ha tenuto fede al suo nome di battesimo. A turno Aguero, Gioli, Del Core, Piccinini e Barazza hanno messo alle corde Rodriguez e compagne rendendo di volta in volta inutili i cambi che arrivavano dalla panchina della Repubblica Dominicana. Solo nel terzo set, per qualche punto, le due squadre sono state vicine nel punteggio.
DOMANI SUD COREA - Barbolini ha puntato praticamente sempre sullo stesso sestetto per conquistare il secondo successo pieno di questa sua prima coppa del Mondo, la manifestazione che promuoverà le prime 3 squadre (oltre alla Cina Paese organizzatore) per i Giochi di Pechino del prossimo anno. Con l’ultimo punto realizzato da Simona Gioli in attacco. Domani si chiude il primo girone con la Sud Corea (l’inizio ancora alle 7.05 italiane), lunedì il trasferimento dalla capitale a Osaka, seconda città del Giappone, dove le azzurre affronteranno le padrone di casa, seguite sempre da migliaia di fan e la Serbia che nel secondo match ha sofferto molto contro la Thailandia, sconfitta solo al termine di un tiratissimo 3-1. Nel raggruppamento di Hamamatsu gli Stati Uniti hanno battuto Cuba al tie-break.
Italia-Rep. Dominicana 3-0 (25-17, 25-16, 25-17)
ITALIA: Piccinini 11, Barazza 8, Aguero 11, Del Core 10, Gioli 11, Lo Bianco 7; Cardullo (L), Guiggi. Non entrate: Ortolani, Secolo, Anzanello, Ferretti,. All. Barbolini
REP. DOMINICANA: Gina Del Rosario 2, De la Cruz 13, Eve 3, Rodriguez 4, Cabral 12, Rondon 5; Caso (L), Castillo, Nunez 2, Echenique, Arias 2. N.e. Ginnette Del Rosario. All. Cruz.
ARBITRI: Tano (Giap) e Vereecke (Fra).
NOTE - Spettatori: 4300. Durata set: 21', 20', 19'; totale 60'. Italia: battute sbagliate 4, vincenti 4, muri 3, 2ª linea 6, errori 7; Rep. Dominicana: b.s. 6, b.v. 0, m. 8, errori 23.
dal nostro inviatoGian Luca Pasini




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Italia, la logica del 3-0

Terza vittoria consecutiva per le azzurre, finora scatenate nella coppa del Mondo in corso a Tokyo: non c'è scampo per la Corea del Sud. Piccinini trascinatrice con 24 punti complessivi

TOKYO (Giappone), 4 novembre 2007 - Tre anni fa in questo stesso impianto le azzurre pur cogliendo la seconda qualificazione olimpica della loro storia persero in maniera dolorosa contro la Sud Corea, un incredibile tie-break. A ripensare oggi a quei giorni neppure troppo lontani viene da chiedersi cosa è cambiato? Tante cose di certo, adesso l’Italia è un’altra squadra anche se alcune delle protagoniste sono le stesse. Così pure la Sud Corea si è dovuta rassegnare alla logica del 3-0, nessuna delle avversarie finora, è riuscita a vincere un set, anzi le asiatiche sono arrivate almeno in un parziale a superare quota 20, prima non era mai accaduto.
CAMBI - Per il momento le campionesse d’Europa, pur con formazioni diverse, hanno concesso sempre molto poco alle avversarie e restano a punteggio pieno in coppa del Mondo, il primo torneo per andare a Pechino. Barbolini cambia ancora la squadra per tenere tutte le sue pronte all’occorrenza: inserisce Secolo per Del Core e alterna le due centrali, Gioli e Barazza in panchina, Anzanello e Guiggi in campo. Ma il risultato non cambia, anzi. Dal 5-5 le azzurre volano fino al 12-5, mettendo di fatto il parziale in cassaforte.
DIFESA E MURO - Da lì in poi si gioca solo per l’accademia con le azzurre assetate di vittoria, che non mollano fino al 25-15. Difesa e muro sono le armi principali della formazione di Barbolini che nel secondo set cambia ancora, scende Aguero e sale Ortolani. Le coreane stanno attaccate all’Italia un po’ di più, ma poi sono costrette a vederle fuggire, colpite e affondate dalle battute delle azzurre. La stessa Ortolani poi anche Piccinini e Guiggi fanno male alla ricezione asiatica, con Anzanello che martella dalla prima linea e Secolo autrice di pregevoli difese.
PADRONE - Anche in questa partita si capisce bene che c'è un solo padrone, le nuove entrate ci tengono a non sfigurare e spingono sull’acceleratore per chiudere i conti prima possibile. Il terzo set è il più combattuto: la Sud Corea fa qualcosa di più, mentre nelle file azzurre c’è un po’ più di distrazione, la frazione resta di più in equilibrio, ma Piccinini (24 punti in totale, 10 in questo parziale e 60% in attacco) chiude tutte le possibilità alle coreane. È il terzo 3-0. Già questa sera le azzurre si trasferiscono con uno Shinkansen: raggiungono Osaka, dove martedì all’alba italiana, andrà in onda la riedizione della finale dell’Europeo, con la sfida alla Serbia, medaglia d’argento in Lussemburgo.
dal nostro inviatoGianluca Pasini



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Italia-Serbia addio tabù
Gioli è super: finisce 3-2

Nel quarto incontro di World Cup, le azzurre battono al tiebreak il primo avversario insidioso della manifestazione. Rispetto alla finale europea, le ragazze di Barbolini hanno sofferto di più, soprattutto i bioritmi del fuso orario giapponese. Barbolini: "Sono orgoglioso"

OSAKA (Giap), 6 novembre 2007 - "Sono orgoglioso della mia squadra: ha saputo vincere una partita anche giocando non al meglio. In un torneo come questo va bene, a patto che poi non capiti più volte…". Massimo Barbolini può respirare a pieni polmoni nell'aria carica di pioggia di Osaka, ha spezzato la maledizione serba in Giappone (l'anno scorso le azzurre persero due volte con la formazione di Terzic consegnandole il bronzo mondiale), mantenendo il vertice della classifica, sia pure in buona compagnia e confermando il risultato della finale europea. "Una sconfitta ci avrebbe reso tutto più difficile", aggiunge il c.t. italiano. Invece anche grazie a Simona Gioli, premiata alla fine come migliore in campo, le cose sono andate molto diversamente.
ALTI E BASSI - Si può dire che la partita è girata nel quarto set quando Jenny Barazza è andata al servizio sul 17-16, ne è uscita con l’Italia saldamente al comando. Nel tiebreak c'è stata poca storia anche per la straripante presenza a rete della mamma di Perugia (appunto la Gioli) che ha infilato una serie di 4 muri e un attacco (molto difficile), inchiodando le serbe alla prima sconfitta nel torneo. Ma prima dell'epilogo felice l'Italia era stata tutt'altro che piacevole da guardare: bruttina nel primo set, bene nel secondo, ancora male nel terzo, così così nel quarto. Insomma incapace di dare continuità al proprio gioco e molto fallosa (30 errori comprese le battute errate, sono tanto di più di quello che le azzurre avevano sbagliato complessivamente nelle prime tre gare).
GIAPPONE - Forse la partita in orario non abituale (alle 12.35 locali) ha condizionato l'Italia che non si è saputa adeguare al cambiamento di abitudini. I bioritmi non funzionavano e anche i soliti punti di riferimento in campo, hanno lasciato a desiderare. Per fortuna delle azzurre la Serbia (che rispetto al Mondiale ha 4 giocatrici in meno, essendosi ringiovanita ancora) ha sbagliato di più soprattutto alla fine, appoggiandosi troppo sull'unico punto di riferimento in attacco, Nikolic, che bersagliata dalle battute italiane è finita in crisi, nonostante uno strepitoso terzo set (9 punti per lei). Prima che la Gioli innestasse il turbo e decidesse che i tifosi azzurri avevano sofferto abbastanza. Domani c'è il Giappone, prima di un altro trasferimento verso Nord (a Sapporo), ma si gioca alle 18 locali, non ci saranno quindi problemi di sveglia…
ITALIA-SERBIA 3-2 (23-25, 25-14, 16-25, 25-17, 15-7)
ITALIA: Del Core 8, Gioli 17, Lo Bianco 1, Piccinini 15, Barazza 8, Aguero 17. libero: Cardullo. Secolo 2. Non entrate: Ortolani, Anzanello, Ferretti, Guiggi. All.: Barbolini
SERBIA: Nikolic 19, Veljkovic 6, Brakocevic 12, Molnar 9, Citakovic 11, Ognjenovic 1. Libero: Cebic. Majstorovic 1, Isailovic, Nesovic 1. Non entrate: Vesovic, Simanic. All.: Terzic
ARBITRI: Sokullu e Tano (Jpn). Spettatori: 1000. Durata set: 23, 19, 21, 21, 10. Totale 1h34. Italia: bv 3, bs 13, mv 14, er 14. Serbia: bv 4, bs 13, mv 17, er 23.
dal nostro inviatoGian Luca Pasini
[Modificato da (Rosy) 15/11/2007 14:43]



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L'Italia doma il Giappone

Nel quinto incontro di World Cup, le azzurre battono 3-0 le padrone di casa e restano imbattute. Grande prova del collettivo, ora trasferimento a Sapporo e venerdì sfida con la Polonia di Bonitta

OSAKA (Giap), 7 novembre 2007 - La grande paura è dietro le spalle, dopo lo spavento passato contro la Serbia, l’Italia si riprende alla grande e travolge il Giappone 3-0 (25-18, 25-19, 25-14) nella bolgia del Namihaya Dome (con oltre 8000 persone sugli spalti), fra spettacoli musicali e ragazzine che scandiscono come una cantilena il loro "Nippon, Nippon". La squadra di Massimo Barbolini infila la quinta vittoria consecutiva e rimane a punteggio pieno in questa coppa del Mondo che promuove le prime tre della classifica a Pechino.
PRIMO SET - Ancora un cambiamento nella formazione di partenza: resta seduta Francesca Piccinini (a titolo precauzionale) per un piccolo problema agli addominali e torna in campo Manuela Secolo. L’Italia parte subito fortissimo, sbaglia molto poco, ma soprattutto si fa trovare attenta in difesa e a muro. Le giapponesi che curiosamente hanno chi il nome, chi il cognome, chi il soprannome stampato sulle maglie, sembrano un po’ frastornate. Antonella Del Core, scrollatasi di dosso i brutti ricordi della partita con le serbe, è una spina nel fianco della difesa nipponica che viene messa al tappeto in maniera molto netta nel primo set: 25-18.
SECONDO SET - La musica non cambia di troppo nel secondo parziale. Le azzurre mantengono lo stesso copione, con le centrali, Gioli e Barazza, che spadroneggiano sotto rete. A muro l’Italia costruisce una diga che diventa invalicabile per le schiacciatrici nipponiche. Ma quando il set sembra in cassaforte un granello di polvere ferma (almeno per un po’) l’ingranaggio delle azzurre: la Takahashi in battuta (qualcuno la ricorderà con la maglia di Vicenza nel recente passato) mette in crisi la ricezione dell’Italia che subisce 8 punti consecutivi: da 17-10 a 17-18. Ma è solo, appunto, un attimo di sbandamento, Barbolini manda in campo Ortolani per Secolo per il giro in prima linea e le azzurre tornano padrona, vincendo bene anche il secondo parziale.
TERZO SET - Dopo la consueta sosta-spettacolo fra il secondo e il terzo set a sembrare frastornate sono ancora le giapponesi e non certo le italiane che con un’altra bella prova corale (grande la Cardullo in difesa e Lo Bianco in regia) vanno a chiudere. Aguero è la solita giocatrice ovunque che si fa sentire in tutti i fondamentali: l’Italia riprende la marcia e infila il quinto successo di questa coppa del Mondo, il primato è ancora suo. Domani altro trasferimento: con un volo di due ore la truppa di Barbolini si trasferisce a Sapporo (a Nord del Giappone, nella fredda isola di Hokkaido), dove il giorno successivo è in programma un’altra sfida cruciale, contro una parte rilevante del recente passato azzurro: la Polonia di Marco Bonitta, il tecnico che ha portato le azzurre ad essere campionesse del Mondo. Un altro match decisivo sulla strada che porta ai Giochi di Pechino.
dal nostro inviatoGian Luca Pasini



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L'Italia non si ferma più
schiacciata pure la Polonia

Netta affermazione delle azzurre contro la squadra dell'ex c.t. Bonitta: 3-0 dopo le due sconfitte rimediate in estate. Ora le sfide contro Kenya e Perù: la terza qualificazione olimpica della storia è sempre più vicina

SAPPORO (Giappone), 9 novembre 2007 - La migliore Italia vista in questa coppa del Mondo schianta il suo passato e fa un bel passo avanti deciso per un futuro migliore. La Polonia dell’ex c.t. azzurro Marco Bonitta, si deve inchinare a Leo Lo Bianco e compagne dopo una gara spettacolare solo da una parte, quella azzurra. "Non siamo riuscite a giocare, penso – ha ammesso il tecnico romagnolo alla fine della gara – per merito dell’Italia". Le azzurre – battute due volte nel corso dell’estate dalle polacche - si sono prese la rivincita tutta in una volta: con una prestazione praticamente perfetta a cominciare dalla battuta (7 gli ace), dalla difesa, dalla distribuzione e dall’attacco e per finire col muro.
LA MIGLIORE E' LA CARDULLO - Il premio come migliore della giornata è andato a Paola Cardullo, ma deve essere stato molto difficile trovare la numero 1 azzurra dopo una prestazione del genere. Mai una sbavatura, mai un’indecisione, mai un passaggio a vuoto. Così la Polonia (già con tre sconfitte prima di questo match) che doveva essere lo spauracchio di questo raggruppamento, si è arresa un punto dopo l’altro, non riuscendo mai a impensierire la squadra italiana, che paradossalmente, proprio in una delle giornate più difficili ha ulteriormente migliorato il suo primato classifica e il proprio quoziente punti, visto che al massimo le polacche hanno toccato quota 18. Grandissima Lo Bianco a gestire alla perfezione compagne assetate di vittoria come non mai. Forse i ricordi hanno pesato (Bonitta è stato il c.t. delle azzurre per 5 anni, il tecnico che ha vinto con loro il Mondiale del 2002), ma non certo in testa alle italiane (molto toniche anche dal punto di vista fisico, grazie al lavoro del preparatore Ezio Bramard).
PICCININI PERFETTA - Perfetta Francesca Piccinini che dopo lo stop precauzionale (piccolo problema agli addominali) contro il Giappone è stata la migliore marcatrice dell’incontro con 19 punti, preziosa Antonella Del Core in seconda linea, preziosissima Tai Aguero con difese che hanno incantato il pubblico. Sotto rete le centrali (Gioli e Barazza) sono state una diga che ha bloccato tutti i tentativi di rimonta delle polacche e in attacco sono state a lungo una spina nel fianco come dimostra il punto finale di Simona Gioli. Sorride Massimo Barbolini e sorride soprattutto la classifica azzurra, considerando i due impegni abbordabili dei prossimi giorni con Kenya e Perù, la terza qualificazione olimpica della storia azzurra è sempre più vicina. Ma questa Italia adesso può sognare anche qualcosa di più.
Italia-Polonia 3-0 (25-15, 25-15, 25-18)
Italia: Piccinini 19, Barazza 9, Aguero 15, Del Core 6, Gioli 12, Lo Bianco 2. libero: Cardullo. Non entrate: Anzanello, Ferretti, Secolo, Guiggi, Ortolani. All.: Barbolini.
Polonia: Sadurek 3, Podolec 6, Dziekiewicz 7, Skowronska-Dolata 9, Glinka-Mogentale 5, Liktoras 6. Libero: Zenik. Rosner 3, Sliwa, Sawicka, Bednarek. Non entrate: Kaczorowska. All.: Bonitta.
Arbitri: De Souza (Bra) e Safenreiter (Arg).
Note: Spettatori 1000. Durata set: 19', 21', 21'. Totale 1h01.
dal nostro inviatoGian Luca Pasini



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Italia, settima meraviglia

Le azzurre di Barbolini, in campo in formazione rinnovata, passeggiano con il Kenya e inanellano la settima vittoria consecutiva alla World Cup, la sesta per 3-0. Nella notte il Perù e poi il trasferimento per la sfida alle avversarie di calibro pesante

SAPPORO (Giap), 10 novembre 2007 - Per la gara con il Kenya, campione d’Africa e da anni massima rappresentazione della pallavolo di quel Continente, Massimo Barbolini cambia, come annunciato, buona parte della squadra: in campo Ferretti palleggiatrice, Ortolani opposta, Del Core e Secolo schiacciatrici, Guiggi e Anzanello al centro. Impossibile attendersi una partita equilibrata visto che il volley africano si è avvicinato a quello asiatico e in parte a quello europeo solo in campo maschile.
In quello femminile resta totalmente su un altro pianeta, ancora più lontano da questa Italia, lanciata al primo posto in questa coppa del Mondo dopo 7 vittorie consecutive (si è trattato del sesto 3-0). Le ragazze italiane hanno eseguito il compito con la stessa diligenza mostrata con avversarie più quotate, visto che la formula non concede possibilità di distrazioni. In caso di parità di classifica, la discriminante sarà il quoziente punti, quindi vincere nella maniera più netta, potrebbe avere un valore importante quando il torneo vivrà la sua fase più delicata, la settimana prossima a Nagoya, con le sfide alle altre prime della classe.
Il Kenya da parte sua ha mostrato qualche qualità fisica (la pallavolo è il secondo sport dopo l’atletica da quelle parti per le donne), ma poche qualità tecniche. Ecco perché a ogni punto le ragazze africane inscenavano una specie di balletto che terminava con un abbraccio collettivo e l’urlo propiziatorio, Kenya.
Con questa vittoria (culminata con un 25-5 da record) le azzurre mantengono il comando della classifica generale, allungano la striscia di successi consecutivi a 17 partite – per trovare l’ultima sconfitta bisogna ritornare indietro fino al 7 settembre, quando le azzurre vennero battute dalla Turchia nelle qualificazioni al Grand Prix del 2008 – e si preparano ad affrontare l’ultimo impegno sulla carta più agevole, il Perù allenato dal brasiliano Enio Figueredo, conosciuto anche nel nostro campionato. Dopo il trasferimento a Nagoya (domani stesso dopo la gara) si prospetta il trittico terribile: Brasile, Cuba e Stati Uniti che darà il volto definitivo alla classifica e decreterà le prime 3 squadre promosse a Pechino.
Italia-Kenya 3-0 (25-13, 25-13, 25-5)
ITALIA: Secolo 7, Anzanello 9, Ortolani 17, Del Core 14, Guiggi 12, Ferretti 2, Cardullo (L). Non entrate: Barazza, Lo Bianco, Piccinini, Gioli, Aguero. All. Barbolini
KENYA: Wacu, Khisa, Wanjiru 5, Ndasaba 9, Moim 5, Khadambi 2, Tarus (L), Maiyo, Wanja 2, Barasa 1, Rotich, Palang'a 1. All. Kirongo.
ARBITRI: Safenreiter (Arg) e Sokollu (Tur)
NOTE: parziali 25-13, 25-13, 25-5; durata set 18', 18', 16'; tot. 52'. Italia: battute sbagliate 3, vincenti 2, muri 8, errori 2. Kenya: battute sbagliate 1, vincenti 0, muri 4, errori 14. Spettatori 1.700 circa.
Dal nostro inviatoGian Luca Pasini



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L'Italia passeggia col Perù
Ma ora arriva il difficile

Ottava vittoria consecutiva per le azzurre di Barbolini: chiuso imbattute il terzo raggruppamento della coppa del Mondo . Adesso le sfide con Brasile, Cuba e Stati Uniti per la qualificazione olimpica

SAPPORO (Giappone), 11 novembre 2007 - L’Italia chiude anche il terzo raggruppamento della coppa del Mondo imbattuta e si presenta alle ultime tre partite (da mercoledì in ordine, Brasile, Cuba e Stati Uniti) con un ruolino di marcia forse inimmaginabile alla vigilia di questo torneo di qualificazione olimpica. Con il Perù è arrivata l’ottava vittoria consecutiva, la 7a per 3-0. Con una formazione ancora diversa, riuscendo perfino a mascherare qualche passaggio a vuoto e qualche calo di concentrazione. Anche le peruviane si sono inchinate alle azzurre nella maniera più netta e dopo un primo set quasi imbarazzante, sono riuscite a tenere il campo un po’ meglio nel secondo e nel terzo, quando sono state in vantaggio anche di 4 punti, fino all’8.
TURBO ITALIA - Una fiammata prima che l’Italia rimettesse il turbo e superasse la formazione allenata dal brasiliano Enio de Figueredo. Gli organizzatori giapponesi hanno consegnato il premio di migliore giocatrice a Tai Aguero, ma mai come ieri il pupazzo colorato (di nome Bobo Chan) sarebbe dovuto finire nella collezione di Simona Gioli (o del figlio Gabriele, magari), visto che la centrale ha chiuso il match come migliore marcatrice: con 17 punti, 5 dei quali realizzati a muro e un ace. Una prova maiuscola che ha permesso all’Italia di fare un altro passo in avanti verso la terza qualificazione olimpica della storia.
SICUREZZA SECOLO - Nel primo pomeriggio sull’isola di Hokkaido segnalazioni importanti anche per Manuela Secolo, una sicurezza in seconda linea, ma anche una valida alternativa in attacco. Dietro a loro un’altra prova concreta di tutta la squadra, piccole distrazioni a parte. Barbolini ha preferito tenere ancora a riposo la Piccinini per i postumi del problema agli addominali che aveva avuto la scorsa settimana. Ma come ha assicurato lo stesso tecnico "solo una norma precauzionale, visto che domani torna ad allenarsi e il giorno successivo sarà già pronta nuovamente per scendere in campo". Spazio così a Serena Ortolani, in un’inedita coppia di martelli ricevitori.
SI PARTE SUBITO! - Dopo un primo set senza storia le azzurre si sono un po’ rialzate, la battuta del Perù in particolare quella di Uribe (nipote della più famosa Cenaide, protagonista di una nazionale peruviana che primeggiava a livello mondiale) ha portato qualche danno alla ricezione italiana. Così il match è stato un po’ più in equilibrio anche per le schiacciate di Moy e Chihuan (in campionato giocano a Las Palmas, in Spagna e per attirare l’attenzione dei media e del pubblico, qualche settimana fa con le loro compagne si sono mostrate in un servizio fotografico nude). Ma poi Lo Bianco e compagne hanno ripreso in mano il filo della partita, per chiudere in maniera decisa. Dopo la gara subito in albergo a preparare le valige e partenza già in serata per Nagoya, per recuperare le energie e prepararsi alla sfida decisiva con il Brasile, un successo varrebbe quasi la certezza di andare a Pechino.
Gian Luca Pasini



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L'Italia scrive la storia

Impresa delle azzurre che senza Leo Lo Bianco stendono il Brasile (25-20, 25-23, 25-19) e fanno un passo decisivo verso la qualificazione olimpica. Ora Barbolini può puntare al bersaglio grosso: la coppa del Mondo

NAGOYA (Giappone), 14 novembre 2007 - Incredibile Italia, grandissima Italia: senza la sua palleggiatrice titolare (Leo Lo Bianco) travolge il Brasile e si avvicina in maniera consistente alla sua terza qualificazione olimpica. Di più, adesso la possibilità di vincere questa coppa del Mondo - dopo aver dominato l'Europeo - è ancora più concreta.
SUPER FERRETTI - L'immagine della giornata è Ze Roberto, il tecnico che un anno fa si fermava a pochi punti dall’oro mondiale, portare in conferenza stampa tutta la sua squadra per spiegare una delle sconfitte più cocenti di tutta la storia verdeoro, parlando addirittura di vergogna. Dall’altra parte, invece, il volto sorridente di Francesca Ferretti che esce dal campo fra gli applausi, dopo aver condotto al successo un’Italia che non si arrende mai, che non si fa bloccare dalle difficoltà, che sa aiutarsi quando le cose non vanno bene. Poco prima del match Massimo Barbolini prende la decisione di non fare giocare Leo Lo Bianco bloccata da un problema alla schiena (da un paio di giorni), inutile rischiare la salute della ragazza, per una partita non ancora decisiva. Tutto passa in mano alla Ferretti che finora di gare ne aveva giocate una sola con il Kenya. La regista di Pesaro (che ha Ze Roberto come direttore tecnico in campionato...) va in campo decisa a fare la sua parte, le compagne sanno che dovranno fare qualcosa in più per mascherare la differenza di esperienza delle palleggiatrici.
CERTEZZE - E l’Italia sfodera una prestazione incredibile: a cominciare da Tai Aguero che si prende carico di tutta la squadra, ma non è la sola. Antonella Del Core è ormai una certezza in seconda linea, quanto in attacco. E poi Cardullo, le due centrali, Francesca Piccinini - che negli ultimi giorni non si era allenata per un problema fisico - e anche Manuela Secolo quando è chiamata a operare nel terzo set o Martina Guiggi che entra ad alzare il muro. Non è un miracolo, ma la lucida realtà: l’Italia fa crollare le certezze del Brasile un punto dopo l’altro. Ze Roberto inizia a cambiare le carte in tavola, dentro Sassa per Jaqueline, ma dopo un primo set giocato punto a punto la difesa azzurra fa la differenza.
MURO E DIFESA - Nel secondo parziale il Brasile parte meglio, si prende anche 4 punti di vantaggio, ha la possibilità di rigiocare la palla che vale il 12-7, le azzurre sembrano sul punto di crollare, ma qui il muro (Gioli in evidenza) e la difesa delle italiane fanno la differenza. Lo svantaggio viene annullato e sul Brasile scende la notte in uno dei pomeriggi più neri della sua vittoriosa esistenza. Le azzurre sono una belva che non si stacca dal collo della propria preda: vincono anche il secondo set e nel terzo dilagano. Ormai senza freni, contengono l’ultima rimonta brasiliana e vanno a infilare l’8° tre a zero di questa coppa del Mondo, nona vittoria, 19° successo consecutivo della serie. Per la qualificazione olimpica è ormai solo questione di aspettare gli altri risultati, ma le azzurre non si vogliono fermare proprio adesso. Vogliono vincere anche la coppa del Mondo. E dopo quello che è visto nel palasport di Nagoya ne hanno anche diritto.
ITALIA-BRASILE 3-0 (25-20, 25-23, 25-19)
ITALIA: Aguero 19, Del Core 11, Ferretti 1, Gioli 10, Piccinini 9, Barazza 6. Libero: Cardullo. Guiggi, Secolo 3. Non entrate: Lo Bianco, Ortolani. All.: Barbolini
BRASILE: Paula 10, Walewska 9, Fofão 2, Jaqueline 3, Fabiana 4, Sheilla 11. Libero: Fabi, Sassá 6, Caroline, Fabiola,Thaisa 1. Non entrate: Natália. All. Ze' Roberto.
ARBITRI: Kim (Kor) e Salas (Mex).
NOTE: Spettatori: 2000 . Durata set: 20, 27, 22. Totale 1h09. Italia: bv 1, bs 6, mv 6, er 10. Brasile: bv 1, bs 4, mv 2, er 10.
dal nostro inviatoGian Luca Pasini



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Pechino è conquistata

Nella coppa del Mondo in Giappone, decima vittoria e nono 3-0 (27-25, 25-19, 25-16 i parziali) per l'Italia che travolge Cuba e si assicura la qualificazione olimpica

NAGOYA (Giappone), 15 novembre 2007 - La decima gara della coppa del Mondo è quella che per l’Italia vale la terza qualificazione olimpica, ma è anche la partita di Tai Aguero contro il suo passato, le sue amicizie, la sua terra. Una partita che non può e non deve essere come le altre, infatti Tai la vive molto diversamente, mentre ascolta l’inno cubano, mentre si prepara a scendere in campo. Poi s’inizia a giocare e per le azzurre gioca lo stesso sestetto che ha travolto il Brasile 24 ore prima, con Francesca Ferretti al posto di Leo Lo Bianco, che triste in tuta (ha un problema alla schiena) guarda le compagne scaldarsi.
PRIMO SET - L’Italia inizia malino, un po’ contratta, non riesce a fare il proprio gioco, Cuba si esalta e vola sul 10-7, ma con la difesa e i muri della Barazza le azzurre iniziano la rimonta e prendono in mano il set. Si vede, però, che è un giorno particolare e quando sono 23 a 18 le azzurre si bloccano. La battuta e il muro cubano (gli ultimi due sulla stessa Aguero) rivoltano nuovamente la frazione che sembra non trovare padrone: Cuba annulla 3 setball prima di averne uno a proprio favore, qui torna a esaltarsi la Gioli che con un attacco e subito dopo un muro torna a far sorridere le azzurre (tutte tranne Aguero).
SECONDO E TERZO SET - Vinto il primo set le italiane si sciolgono e nel secondo prendono il largo con una certa tranquillità: le cubane sbagliano qualcosa, mentre le azzurre in difesa non fanno cadere un pallone, è il 2-0. La partita non cambia fisionomia nella terza frazione: ormai l’Italia è ancora una volta padrona della partita. Cuba che aveva bisogno di questi due punti per continuare a sperare nella qualificazione olimpica, non riesce a tenere il ritmo delle italiane ormai lanciate verso la conquista del trofeo oltre che della decima vittoria consecutiva.
RECORD - E’ un’Italia da impresa quella che chiude il nono a 3-0, su 10 match giocati, ventesima vittoria consecutiva (non perde dal 7 settembre contro la Turchia), eguagliando così il record – che può essere battuto domani contro gli Stati Uniti – che fu della nazionale maschile di Julio Velasco, quello della Generazione dei Fenomeni. Proprio qui nel 1995 seppe fare lo stesso andando a vincere una coppa del Mondo senza perdere neppure una partita. Punto di unione di queste due squadre Marco Bracci: in campo 11 anni fa e secondo di Massimo Barbolini adesso. L’Italia, con questa squadra, ha una nuova stella da coccolarsi: è aperta la caccia al soprannome…
ITALIA-CUBA 3-0 (27-25 25-19 25-16)
ITALIA: Barazza 9, Aguero 12, Del Core 12, Ferretti 2, Gioli 11, Piccinini 7. Libero: Cardullo. Guiggi. Non entrate: Anzanello, Lo Bianco, Ortolani, Secolo. All.: Barbolini.
CUBA: Sanchez 4, Ramirez 7, Carcaces 5, Carrillo 12, Santos 6, Ruiz 10. Libero: Ortiz. Calderon 5. Non entrate: Barros, Herrera, Silie, Gonzalez. All.: Perdomo.
ARBITRI: Sokollu (Tur) e Koncnik (Slo).
NOTE: Durata set: 24', 21', 18'. Totale 1h03'. Italia: battute vincenti 4, sbagliate 3, muri vincenti 8, errori 8. Cuba: battute vincenti 2, sbagliate 12, muri vincenti 7, errori 12. Spettatori: 3.800.
dal nostro inviatoGian Luca Pasini



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Italia: arriva l'oro mondiale

Dopo la qualificazione olimpica, la vittoria sulle statunitensi (25-20, 25-18, 27-25) regala alle azzurre anche il successo in coppa del Mondo. Ora le vittorie consecutive sono 21: battuto il record della Nazionale di Velasco

NAGOYA (Giappone), 16 novembre 2007 - Il primo oro mondiale (dopo 5 anni) arriva già nel primo set, a partita appena cominciata, quando un errore dell’americana Cassandra Busse regala all’Italia il 4° punto, quello che mancava per conquistare aritmeticamente anche il successo in coppa del Mondo, dopo la qualificazione olimpica centrata il giorno precedente. Gli Stati Uniti (anch’essi già qualificati per Pechino) vogliono chiudere in bellezza e interrompere la serie vincente delle azzurre: con una battuta molto aggressiva mettono sotto pressione la ricezione italiana, che fatica a ingranare.
FERRETTI CRESCE - Poi il motore dell’Italia si mette in moto (finale 3-0: 25-20, 25-18, 27-25) grazie a qualche clamorosa difesa che costringe la squadra di Jenny Lang Ping a forzare e quindi a sbagliare. La Ferretti, alla terza partita da titolare, dopo il problema alla schiena che ha bloccato Leo Lo Bianco, ha una sicurezza sempre maggiore nel gestire le compagne e l’Italia si conquista un break che diventa decisivo. Le azzurre partono bene anche nella seconda frazione, la campionessa olimpica cinese che guida gli Stati Uniti cambia la squadra per dare un po’ di spinta ai sogni di gloria a stelle e strisce, ma l’Italia fa buona guardia e con una attenta Cardullo tiene sempre a distanza le avversarie.
21 VITTORIE CONSECUTIVE - Nel terzo c’è ancora la razione americana che non si arrende. Ma l’Italia arrivare a chiudere il torneo imbattuta, allungando la striscia di vittorie consecutive a quota 21 migliorando il record che era stato della Nazionale di Julio Velasco, quello della Generazione dei Fenomeni, che proprio qui in Giappone, nel 1995 seppe chiudere la coppa del Mondo imbattuta, ma perdendo un set più di quello che hanno fatto le azzurre oggi (3 parziali contro 2). L’impressionante serie di successi ha tramortito tutti gli avversari, dal Brasile a Cuba, passando per la Polonia e gli Stati Uniti. Solo la Serbia, nel secondo girone, è riuscita a far tremare l’Italia, che esce da questo torneo con molte certezze in più sulla strada che porta a Pechino.
AGUERO SUPERSTAR - Una squadra granitica, con solide basi tecniche e molte certezze in panchina: Massimo Barbolini, in 14 mesi ha costruito un gruppo che può arrivare lontano, anche perché - come ha dimostrato proprio in questa trasferta - ha ricambi di alto valore che poche nazionali possono vantare. L’innesto di Aguero (forse la miglior giocatrice del Mondo) ha dato quella spinta necessaria a una squadra che aveva solo bisogno di qualche certezza in più. Vittoria dopo vittoria l’Italia si è cementata attorno alla campionessa nata a Cuba e in questa estate è sempre finita sul podio, vincendo due volte: oro alla coppa del Mondo e andando indietro, oro nell’Europeo, medaglia di bronzo al Grand Prix in agosto e poi un’altra - non meno importante - alle qualificazioni per il Grand Prix del 2008, conquistato con molte titolari lasciate a casa, in Turchia. Proprio ad Ankara è iniziata questa striscia di successi che non si è ancora conclusa e che ha lanciato la nazionale di Barbolini nella leggenda. E siccome lo sport non fa mai nulla per caso, l’ultimo successo, quello del record arriva contro gli Stati Uniti, lo stesso avversario battuto a Berlino il 15 settembre 2002, per il primo grande trionfo mondiale.
Gian Luca Pasini




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