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22/08/2008 14:49
 
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Splendido Russo: è finale
Picardi, bronzo col sorriso

In attesa di Cammarelle (ore 15.46) una vittoria e una sconfitta per i nostri pugili nelle semifinali. Il massimo di Marcianise batte lo statunitense Wilder, mentre il napoletano soccombe davanti al forte thailandese Jongjohor

PECHINO, 22 agosto 2008 - Un bronzo sicuro, si può sperare in un oro. In attesa del match di Roberto Cammarelle il bilancio odierno dell'Italia della boxe è di una vittoria e di una sconfitta. La vittoria, quella di Clemente Russo nella semifinale dei 91 kg; la sconfitta, sempre in semifinale, di Vincenzo Picardi nei 51 kg.
Russo-Wilder 7-1
Clemente Russo combatterà domani sera per il titolo olimpico dei pesi massimi, la categoria regina: un risultato esaltante che premia il talento e l’esperienza del pugile di Marcianise, ormai una certezza granitica. Dopo il Mondiale del 2007, dunque, Clemente potrebbe conquistare una doppietta storica, mai riuscita ad alcun azzurro, e riportare in Italia un oro olimpico che manca da vent’anni, dal successo di Parisi a Seul nei piuma. E in attesa di Cammarelle, che disputerà la semifinale dei supermassimi nel pomeriggio italiano. L’americano Deontay Wilder, che si è avvicinato alla boxe per guadagnare soldi per la figlia malata, è una montagna d’ebano alla quale Russo concede almeno dieci centimetri in altezza. Ma la superiorità in allungo del moro non è accompagnata da una tecnica sopraffina: Russo lo aspetta senza forzare e quando Wilder porta il diretto sinistro di sbarramento l’azzurro prova ad anticiparlo con il destro, come avviene allo spirare del primo round, nell’unico punto assegnato dai giudici nella frazione. Non è una bella sfida, l’americano fa davvero poco, è attendista e quando parte non trova mai il bersaglio. Russo è forse contratto, potrebbe sfruttare meglio la sua velocità quando l’altro si scopre, ma non corre mai rischi. Quando finalmente si scioglie, nel terzo round, mette un destro d’incontro (forse sulla spalla dell’avversario) e poi un diretto sinistro che lo portano dal 2-0 al 4-0, praticamente una polizza. Liberato dal peso del pronostico, Clemente nel quarto round si concede finalmente qualche azione delle sue, mette serie a due mani e vola fino al 7-0, macchiato solamente da un colpo preso a 4" dalla fine, con la guardia abbassata di chi sta già festeggiando. E’ il 7-1 dell’apoteosi, di un’altra finale con Chakhiev, già battuto ai Mondiali: un avversario solido, mancino, allievo di una scuola vincente come quella russa. Ma non un mostro. Forza Clemente, si può fare.
Picardi-Jongjohor 1-7
Si ferma in semifinale la marcia di Vincenzo Picardi nei 51 kg: per il pugile di Casoria, comunque una delle più bella realtà della categoria, resta la soddisfazione di un bronzo meritato, che si accompagna al podio già ottenuto l’anno scorso ai Mondiali. L’avversario, il thailandese Jongjohor, è una vecchia conoscenza: campione del Mondo nel 2005, alla rassegna iridata 2007 di Chicago incrociò Vincenzo in semifinale, battendolo con buon margine. Un rivale assai ostico, più alto dell’azzurro, con colpi dritti pronti a scattare sulle avanzate di Picardi e un’abile tecnica difensiva poggiata su un rapido movimento di gambe. Il nostro parte tuttavia senza timori ed anzi piazza il primo punto con un saettante sinistro. Come aveva annunciato alla vigilia, contro uno sfidante nettamente superiore in allungo, il campano cerca di accorciare la distanza con un pressing continuo, ma i diretti del thailandese sono veloci e precisi: 2-1 per lui. Nel secondo round il copione non cambia, ma la maggior precisione e pulizia stilistica di Jongjohor scavano il primo solco con due destri secchi in pochi secondi portati durante un furioso corpo a corpo. Il 4-1 sul tabellone adesso permette all’asiatico di controllare, mentre Picardi molla gli ormeggi e ad inizio terzo round prova l’assalto all’arma bianca: pane per i denti del rivale, che piazza un diretto destro e un gancio sinistro che in pratica chiudono la sfida. Vincenzo ci proverà coraggiosamente fino all’ultimo gong, meriterebbe probabilmente di più di quell’unico punticino iniziale, ma esce dal torneo a testa altissima. Per Jongjohor, sicuramente atleta di talento, finale con il cubano Laffita, capace di superare 9-8 il russo Balakshin grazie a un colpo messo negli ultimi 10" del match.
dal nostro inviato
Riccardo Crivelli



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