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Portabandiera a Pechino
Sarà Antonio Rossi

Il canoista guiderà la delegazione italiana alla cerimonia inaugurale dei Giochi. L'ha annunciato il presidente del Coni, Petrucci. Una bella soddisfazione per il campione di Lecco, che alle Olimpiadi sale sul podio ininterrottamente dal 1992. Con all'attivo 3 ori. Lui: "Una decisione che mi inorgoglisce"

ROMA, 24 giugno 2008 - Antonio Rossi sará il portabandiera azzurro ai Giochi Olimpici di Pechino 2008. La decisione è stata comunicata dal presidente del Coni, Giovanni Petrucci alla Giunta. Petrucci ha ufficializzato la scelta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, attraverso l'invio di una lettera.
ORGOGLIO - "E'un ruolo che mi inorgoglisce", ha detto Rossi dopo l'annuncio. "Sono chiaramente soddisfatto - ha affermato il canoista azzurro in una nota - ed è questo un successo che voglio condividere con tutti coloro che mi sono stati vicini, anche e non solo nei momenti più facili e vincenti. È un riconoscimento, oltre che un onore, che voglio dedicare alla mia famiglia, ai miei allenatori, ai miei compagni e a tutti i canoisti d'Italia che a Pechino, con il tricolore tra le mani, avrò l'onore di rappresentare unitamente a tutta l'Italia sportiva".
PALMARES - Rossi, tra quelli che gareggeranno a Pechino, è l'atleta italiano che vanta medaglie olimpiche nel maggior numero di edizioni (4), primato che divide con la schermitrice Giovanna Trillini (giá portabandiera ad Atlanta 1996). Rossi, come la Trillini, sale sul podio ai Giochi Olimpici ininterrottamente dal 1992. A Barcellona ha vinto il bronzo nel K2 500. Ad Atlanta 1996 ha conquistato due ori nel K1 500 e nel K2 1000. A Sydney 2000 ha ottenuto l'oro nel K2 1000, mentre ad Atene 2004 ha ottenuto l'argento nel K2 1000.
COMMENDATORE - Ha iniziato a dedicarsi alla Canoa nel 1980 e nel 1987 è entrato a far parte del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, al quale tuttora appartiene. Nel 2000 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi dell'onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito delle Repubblica Italiana. Nel 2005 è stato eletto membro della Giunta Nazionale del Coni. Grazie a questo incarico, sará il primo membro di Giunta a rivestire il ruolo di portabandiera in un'Olimpiade.
NON IL PIU' "ANZIANO" - Rossi ha nel suo palmares anche tre ori ai Campionati Mondiali (1995, 1997 e 1998), nonchè un oro (1997) e due bronzi (2002 e 2008) ai Campionati Europei. Nonostante abbia giá compiuto 39 anni, Rossi non sará il portabandiera più "anziano" della storia azzurra. Infatti, Raimondo D'Inzeo, classe 1925, fu alfiere ai Giochi Olimpici di Cittá del Messico nel 1968.
gasport



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Se non vi ricordate chi sia Antonio Rossi... [SM=g1360739] un po' di ripasso [SM=x988247]








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Rossi si taglia una ciocca
di capelli per il Tibet

Il canoista, che sarà portabandiera italiano ai Giochi di Pechino, ha aderito alla singolare campagna ideata da una giovane regista italiana. Il gesto ricorda quello dei monaci tibetani, che si rasano per testimoniare il loro abbandono delle cose materiali

MILANO, 23 luglio 2008 - Magari se ne accorgeranno solo i famigliari e gli amici più stretti, ma quando l'8 agosto sfilerà con la bandiera italiana allo stadio olimpico di Pechino, Antonio Rossi avrà qualche capello in meno.
CAMPAGNA - Il canoista ha aderito alla campagna "A wisp for Tibet - A peaceful act for a peaceful solution (una ciocca per il Tibet - un gesto pacifico per una soluzione pacifica)", tagliandosi una ciocca di capelli insieme ai compagni della nazionale olimpica di canoa e kayak. La campagna è stata ideata da Cinzia Pedrizzetti, una giovane regista di Arona, e dal creativo pubblicitario Andrea Rosagni, genovese, che hanno provato (e a quanto pare ci sono anche riusciti) a coinvolgere gli atleti italiani che andranno a Pechino.
MONACI - Il gesto simbolico vuole ricordare quello dei monaci tibetani, che si rasano completamente per testimoniare il loro abbandono delle cose materiali. "Abbiamo pensato di coinvolgere gli atleti - spiega la regista - per far capire che lo sport è per la pace e che non è vero che nessuno si sta accorgendo della situazione in Tibet".
VIDEO - Il portabandiera azzurro ha dato subito la sua disponibilità ed è stato raggiunto nel ritiro in Val Senales, dove è stato ripreso mentre si taglia la ciocca e mentre si esibisce nel taglio dei peli delle ascelle di Luca Piemonte, membro della squadra del K4. Su YouTube imperversano i filmati di personaggi più o meno noti che si tagliano ciocche di capelli, che saranno poi inviate al consolato cinese.
gasport
[Modificato da (Rosy) 23/07/2008 17:27]



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Questo è il sito ufficiale del CONI per le Olimpiadi.



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TRIATHLON - FACCIAMO IL TIFO IL 19/08 PER EMILIO D'AQUINO.....ERA UN BIMBO MINGHERLINO CHE NUOTAVA CON ME E FU MESSO DA PARTE, NON GLI FU DATA IMPORTANZA E LUI HA CONTINUATO DIVENTANDO UN GRANDE CAMPIONE DI TRIATHLON.

BAT
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Un motivo in più per guardare le olimpiadi [SM=x988245] [SM=x988247]




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Per la pubblicità di biancheria intima




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Tutto facile per l'Olimpica
Honduras battuto 3-0

Gli azzurri di Casiraghi al debutto ai Giochi si impongono in scioltezza grazie alle reti di Giovinco (una prodezza), Rossi (su rigore) e Acquafresca (ancora penalty). I centroamericani sprecano invece dal dischetto: Pavon calcia alto

QINHUANGDAO (Cina), 7 agosto 2008 - Tre gol con due rigori (generoso il secondo), almeno tre palle gol pulite, una partita nel complesso dominata, con qualche affanno solo fra il 10’ e il 40’ del primo tempo, ovvero prima di "aprire" la partita: anche senza il fuoriquota Tommaso Rocchi, fermato in extremis da un leggero infortunio, l’Italia parte bene nel torneo olimpico, con una vittoria contro l'Honduras che adesso sarà da confortare domenica, battendo la Corea del Sud, per arrivare alla partita con il Camerun - teoricamente l’avversaria del girone più temibile - a punteggio pieno. Si è giocato con 23°, ma un insopportabile 98% di umidità: il fatto di aver messo al sicuro il risultato presto ha consentito agli azzurri di ridurre il dispendio di energie. Conterà anche questo.
LA GARA - Partita in banca con una fiammata fra il 41’ e il 44’ del primo tempo, firmata dalla premiata ditta Giovinco-Rossi. Lo juventino sfrutta bene i primi metri di spazio "vero" lasciatigli dalla doppia cerniera dell’Honduras, battendo Hernandez con un sinistro secco da venti metri, indirizzato all’incrocio; il talentino del Villarreal, fino a quel momento un po’ in ombra, raddoppia poco prima del riposo, trasformando un rigore concesso per fallo di mano di Arzu su mezza girata di Acquafresca. Proprio il centravanti del Cagliari era stato protagonista dell’avvio di partita: prima trovando in extremis una maglia da titolare, visto che Rocchi - dopo una contusione al polpaccio destro che ieri era sembrata pochissima cosa - nel test prepartita aveva dimostrato di non essere al cento per cento; poi seminando rimpianti dopo appena 3’, per non aver sfruttato un faccia a faccia con il portiere Hernandez, dopo che Nocerino la aveva messo solo davanti alla porta. Già al 10’ l’Italia era tornata vicinissima al gol (destro di Montolivo, deviato di un soffio da Hernandez), ma da quel momento, complice anche la forte umidità, l’Italia aveva un po’ perso freschezza e il governo della partita, pur non concedendo granché all’Honduras, pericoloso soprattutto con le percussioni sulle fasce di Martinez e Padilla, ma al tiro (centrale e bloccato senza problemi da Viviano) una sola volta, al 15’ con Rodas. Ancora Acquafresca, procurandosi - e poi trasformando - un secondo rigore avrebbe messo ulteriormente al sicuro il risultato.
A quel punto è successo ben poco: l’Italia si è potuta limitare a gestire la partita e ad amministrare le forze, mentre Casiraghi ha pensato a dosare le energie, dando fiato a Rossi con l’ingresso del contropiedista Abate e poi, per cause di forza maggiore a Bocchetti (uscito per crampi, sostituito da Coda) e a Giovinco, uscito fra gli applausi di tutto lo stadio e rimpiazzato da Marchisio. L'Honduras nel finale ha provato invano a trovare almeno il gol dell'onore, sprecando un calcio di rigore, calciato alto da Pavon.
dal nostro inviatoAndrea Elefante




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Aperti i giochi
Arde il braciere a Pechino
Tutti insieme per lo sport

Suggestiva cerimonia d'inaugurazione: sfilano 204 Paesi, esuberante delegazione azzurra

PECHINO (Cina), 8 agosto 2008 - Quattromila anni di storia in 75’ di magia e incanto, un viaggio psichedelico dolcissimo dall’antichità al futuro, un’abbuffata visiva senza pericoli di indigestione, la sintesi perfetta tra elemento umano e supporto tecnologico, il simbolico lavorìo di migliaia di persone per raggiungere lo scopo del trionfo di una Nazione.
SUPERPOTENZE - La cerimonia inaugurale dei XXIX Giochi olimpici non ha tradito le attese, consegnando a quattro miliardi di spettatori l’orgogliosa perfezione di un Paese che sta viaggiando più veloce di tutto il resto del mondo (forse troppo) e da domani vuole dimostrarlo anche sui luoghi di gara (e molto probabilmente ci riuscirà). I suoni dei gruppi musicali convocati a Pechino da ogni parte della Terra hanno zittito per una sera i battibecchi politici tra le due superpotenze mondiali, Cina e Usa (tra l’altro entrambe convinte sostenitrici e praticanti della pena di morte).
ZHANG YIMOU -Lo spettacolo realizzato con la regia del maestro del cinema Zhang Yimou – tanto caro all’intellighenzia occidentale ma riconciliato con la realista dirigenza nazionale - ha ipnotizzato tutti gli occhi che ne hanno potuto godere. Tra mille suggestioni visive e sonore, ci hanno lasciato senza fiato gli otto minuti che hanno rappresentato il passaggio dai disegni antichi alla videografica del domani, in un tripudio abbacinante di fluorescenze e dissolvenze. E lasciarsi andare al godimento di questo trionfo di luci, suoni e fuochi d’artificio non dovrebbe far sentire in colpa, forse, nemmeno chi voleva – in questa occasione – ricordare al mondo i diritti negati in Cina. E’ più grave e ipocrita dimenticarsene negli altri 364 giorni dell’anno.
PARTECIPAZIONE - Libero ognuno di pensare che ci sia molto indottrinamento nello sforzo sovrumano collettivo di presentare al mondo la migliore immagine possibile della Cina, se anche fosse così bisognerebbe ammettere che il risultato è stato centrato. Ma è difficile pensare che sia tutto artificiale l’entusiasmo di migliaia di giovani che hanno voluto partecipare alla festa popolare, esibendosi con 15mila comparse in Mondovisione o nascosti all’umanità nel chiuso claustrofobico dell’ultima latrina, pulita in continuazione da frotte di devoti addetti per il comfort degli ospiti stranieri. E la gente che ha rotto i cordoni di polizia a piazza Tiananmen, anticipando di una ventina di minuti la festa per il conto alla rovescia che si chiudeva, alle 8 di sera del giorno 8 dell’ottavo mese dell’anno (combinazione magica per i cinesi), non poteva essere una gigantesca finzione.
SICHUAN - Il potere centrale, dal canto suo, ha cercato di dare spazio, nei limiti del possibile, a tutti i rappresentanti di un popolo con 56 gruppi etnici, senza dimenticare gli uiguri del lontano Ovest e i poveretti del Sichuan (era un piccolo eroe sopravvissuto al terremoto di maggio il bambino che affiancava il portabandiera Yao Ming).
ESUBERANZA ITALIANA - Dopo le meraviglie ipertecnologiche e futuristiche dello spettacolo, il break festoso della più tradizionale sfilata dei 204 Paesi partecipanti (il Brunei ha dimenticato di mandare l’iscrizione, a riprova che il dilettantismo olimpico esiste ancora), con gli inattesi boati riservati dal pubblico alle delegazioni di Taipei e a quella Usa, i mille costumi che hanno regalato un concentrato compendio visivo di antropologia culturale planetaria, la gioia e l’emozione degli atleti, la maggior parte dei quali avrà nella sfilata (e non nella gara) il ricordo da portare nella memoria. Una festa incontenibile (con gli italiani fin troppo esuberanti), già vista tante volte eppure sempre nuova (aumentano solo esponenzialmente, a ogni edizione, le camere digitali, ormai nelle mani di almeno metà dei partecipanti, in un duello infinito di piccoli e grandi obiettivi), che ha fatto da ponte al gran finale, con dieci-minuti-dieci di discorsi ufficiali, l’alzabandiera dei vessilli dei Giochi, l’emozionante accensione della Fiamma olimpica da parte del mito della ginnastica cinese, Li Ning, e l’esplosiva (in tutti i sensi) mitragliata di tre minuti di fuochi pirotecnici.
ATLETI, TOCCA A VOI - Le Olimpiadi sono iniziate, tra poche ore sarà già tempo di medaglie. Godiamoci questi sedici giorni di full immersion sportiva. Visto da qui, per una sera, il mondo sembra un po’ migliore.
dal nostro inviato
Marco Nicolucci



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il braciere acceso



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il nostro portabandiera



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I nostri atleti



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Me la sono gustata tutta dall'inizio alla fine.
Molto suggestivo l'inizio con i giochi con le percussioni collegate ai led mentre ho apprezzato le coreografie che hanno utilizzato i giochi di luce. Nel complesso è stata un po' lunga (mi sono addormentata verso la fine hi hi hi)
Una tiratina d'orecchi la darei anche alla rai che ha ritenuto necessario fare le interruzioni pubblicitarie senza aspettare la fine. Secondo me è stato solo un disturbo.
E poi i diritti umani, tutti ne parlano fuori dall'ufficialità ma alla fine gli atleti erano tutti lì, magari qualcuno non è venuto alla cerimonia di apertura ma gareggerà lo stesso. Secondo me è ipocrisia pura. Se davvero hai una questione di principio che vuoi portare avanti non ti presenti e basta all'olimpiade...



MICHELA
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Erano tutti lì, compreso Bush che ha discorso un mucchio e poi era a cena con il presidente cinese.

Gli atleti che non hanno partecipato alla cerimonia erano quelli, come i ciclisti, che gareggiano domani.

E comunque sono d'accordo con Rossi, se ci va il ministro degli Esteri alla cerimonia perchè non ci devo andare io atleta, con la bandiera del mio paese?



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